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Accusato di fare male il suo lavoro e picchiato: l’episodio di violenza contro un bracciante

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Scene che hanno dell’incredibile quelle che si vedono scorrere nei frame del video. Impensabile che nel 2020 ci sia ancora chi si permette di sfruttare le persone in ambito lavorativo, privandole della loro dignità

Cosa è successo

L’episodio è stato denunciato dalla Uila, il sindacato dei lavoratori agricoli. Il teatro della vicenda le campagne laziali. L’episodio – che il sindacato ha documentato con un video che la vittima è riuscita a girare dal proprio cellulare – risale ai primi giorni di settembre.

Il lavoratore di origini indiane, spiegano dal sindacato, da due anni è alle dipendenze di una grande ditta di Aprilia, si è recato a riscuotere il suo compenso che ammonta a circa 280 euro. Il datore di lavoro, invece di consegnargli quanto gli spetta, accusa l’agricoltore di non aver fatto crescere bene le piante. Per questo motivo decide di addebitargli il costo dei semi e gli dà solo 80 euro.

Quando il lavoratore insiste per avere ciò che era stato pattuito e minaccia di andare ai carabinieri per sporgere denuncia, è stato aggredito ed ha ricevuto un pugno in testa. Al pronto soccorso gli è stata data una prognosi di 5 giorni.

Il commento del ministro Bellanova

Agghiaccianti le immagini pubblicate poco fa su @repubblica: un bracciante indiano picchiato dal suo datore di lavoro per aver minacciato di rivolgersi ai carabinieri non avendo ricevuto come paga quanto concordato – ha scritto su Facebook il ministro Teresa Bellanova -. Nel video, il lavoratore viene infatti accusato di lavorare male e per questo si vede addebitare il costo dei semi ‘sprecati’, 200 euro sui 280 totali da riscuotere. Ecco, questo è il caporalato: un sistema criminale che utilizza minacce, paura e violenza per sopraffare l’altro e sottometterlo, umiliandolo e privandolo di diritti e dignità – ha aggiunto -. È una pratica criminale che va contrastata in ogni modo per riportare legalità nelle nostre campagne, restituire il diritto a un lavoro dignitoso a tante lavoratrici e lavoratori, tutelare la dignità delle persone indipendentemente dal colore della pelle, assicurare leale concorrenza alle tante imprese oneste di questo Paese. La mia solidarietà al lavoratore e un grazie sentito per il suo coraggio e per la decisione difficile ma giustissima di denunciare questa terribile vicenda. Mi auguro che Forze dell’ordine e Magistratura accertino al più presto quanto denunciato nel video perché la sconfitta del caporalato significa più civiltà e giustizia sociale per tutti”.

 

Manuela Petrini: