Non solo l'Isis si accanisce contro croci e altri simboli cristiani. In Francia, altro che nei territori occupati dai miliziani del Califfato, dovrà essere rimossa l'enorme croce che sovrasta il monumento eretto alla memoria di San Giovanni Paolo II in una cittadina della Bretagna.
La “fatwa” del Consiglio di Stato
A stabilirlo è stata non la fatwa di qualche imam fondamentalista, bensì il Consiglio di Stato, massimo tribunale amministrativo francese, spiegando che la croce viola la legge del 1905 sulla separazione fra Stato e Chiesa.
La croce è presente in una piazza centrale della cittadina di Ploermel dal 2006, anno in cui l'artista russo Zurab Tsereteli ha deciso di donarla. Il monumento comprende l'effige di Papa Wojtyla sormontata da un arco sopra il quale svetta la croce. Non ha mai dato fastidio a nessuno, fin quando uno sparuto gruppo che si riunisce nel nome Federazione dei liberi pensatori del Morbihan ha deciso di far ricorso in Tribunale, ritenendo inopportuno che in uno Stato laico come la Francia sia pubblicamente esposta una croce.
Il ricorso è stato accolto, perché la legge del 1905 proibisce di erigere monumenti religiosi nei luoghi pubblici, con l'eccezione di musei, cimiteri e luoghi di culto. Il Comune ha ora sei mesi per rimuovere la croce.
Rimuovere anche Giovanni Paolo II?
In un primo momento i giudici avevano deciso che sarebbe dovuto esser rimosso l'intero gruppo scultoreo, in quanto la sentenza – come riferisce Avvenire – “implica necessariamente che il monumento dedicato a papa Wojtyla, così com'è installato a Ploermel, venga ritirato dal sito attuale”.
Nel dicembre 2015 il giudizio è stato annullato dalla corte amministrativa d'appello di Nantes. Infine, è arrivato il nuovo annullamento da parte del Consiglio di Stato, con la motivazione che la croce, “a differenza dell'arco, costituisce un emblema religioso la cui installazione è contraria all'articolo 28 della legge del 9 dicembre 1905″.
La battaglia laicista contro i simboli cristiani
La questione dei simboli cristiani esposti pubblicamente in Francia torna periodicamente al centro del dibattito. Negli anni scorsi si sono registrate polemiche perché diversi gruppuscoli atei e progressisti hanno fatto ricorso contro la presenza di presepi in luoghi pubblici. Ad alcuni dà fastidio offrire a bambini e ad adulti uno spaccato di sogno.