Sul fatto che l'invecchiamento della popolazione sia una delle tematiche più importanti e di difficile soluzione della nostra epoca non ci sono dubbi. Inoltre bisogna dire che urge anche un serio intervento legislativo per tutelare maggiormente le persone anziane. E questa vicenda è la testimonianza più lampante.
La ricostruzione del fatto
È da poco trascorsa l'ora di pranzo quando un signora di Chiavasso (Torino) accompagna l'anziano padre, a bordo di una carrozzina, al locale pronto soccorso. Una volta entrati nella struttura, secondo le testimonianze, la donna dice al genitore: “Aspettami un attimo, vado a spostare la macchina e torno”. I minuti cominciano a trascorrere, poi trascorrono le ore. Tante ore. Fino a quando, verso l'ora di cena, l'uomo inizia a girare all'interno della struttura perché affamato. A questo punto un'infermiera chiede all'anziano cosa stesse facendo. Il quale non ha potuto dire altro: “Aspetto mia figlia”. Già. Capita la situazione, anche grazie alle ricotruzioni di chi aveva notato la donna, dal pronto soccorso decidono di chiamarla. “Signori sono già nei pressi di Savona. Trascorro qui – al mare – i prossimi giorni”. Da non cerderci. Eppure il cinismo nei confronti di chi ti ha messo al mondo si spinge fino a questo punto (di non ritorno). Ecco perché serve un intervento legislativo che punisca adeguatamente chi non si prende cura dei propri genitori e al contempo tuteli chi ne ha più bisogno. Nel caso concreto, invece, vige il massimo riserbo, e anche se non sembrano esserci gli estremi per una denuncia per abbandono di incapace (l’ha pur sempre lasciato al pronto soccorso, non in mezzo a una strada) è molto probabile che sia partita una segnalazione ai servizi sociali. Alla fine della sua tormentata giornata, l'anziano è stato preso in carico da un familiare ben più umano della quasi imperdonabile figlia.