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A 81 anni vende stupefacenti a ragazzi minorenni, arrestato “nonno Marjio”

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Si faceva chiamare “nonno Marjio“, ma di paterno ed affettuoso aveva ben poco. Infatti l’anziano, 81 anni compiuti, è stato arrestato per spaccio di droga dalla Compagnia Carabinieri di Sanluri (in provincia di Sud Sardegna).

Insieme al nonno – tale M.G. di Guasila, classe 1939, soprannominato nonno Marjio per la sua “passione” per la marijuana – sono state arrestate altre tre persone: M.D. del 1999 e D.S. del 1993, due ragazzi di Capoterra, ed una 17enne loro amica.

L’arresto

La dinamica dell’arresto è da film. I militari in servizio lungo la SP 34 (tra Guasila e Pimentel), hanno infatti notato tre autovetture ed un rapido incontro a lato strada: da una FIAT Punto, un anziano del posto, già noto, ha accostato accanto a un furgoncino Peugeot con a bordo due giovani (M.D. e la ragazza di 17 anni), e gli ha passato un pacco.

Poco distante un’altra macchina, una Ford Fiesta, arrivata insieme ai due giovani, con l’altro ragazzo, D.S., da solo a bordo, in sosta poco più avanti, come a fare da vedetta. La situazione era troppo sospetta per non essere notata.

I carabinieri sono così intervenuti rapidamente. I soggetti, subito bloccati, sono stati perquisiti: nel pacco vi erano 2,2 chilogrammi di marijuana e nell’auto della coppia di giovani 3mila euro, destinati al pagamento della droga. Tutto sequestrato dai carabinieri, insieme a due coltelli a serramanico di 20 cm.

Marijuana

L’operazione anti droga – che ha visto impegnate le Stazioni di Guasila, Barumini, Villamar ed il Nucleo Operativo e Radiomobile – è stata poi estesa all’abitazione dell’anziano a Guasila, dove sono stati scoperti altri 40 grammi di marijuana.

Si era trattato con ogni probabilità di una compravendita fra grossisti, dal più grosso (l’81enne) ai più piccoli (i ragazzi), attivi probabilmente tra Capoterra e la periferia ovest di Cagliari. Gli arrestati sono stati accompagnati a Sanluri, al Comando Compagnia e poi tradotti: i tre uomini – anziano compreso – in Carcere a Uta, mentre la ragazza presso l’Istituto Penale per Minorenni di Quartucciu, a disposizione delle determinazioni dell’Autorità giudiziaria. Una storia che vede generazioni lontane tra loro commettere purtroppo lo stesso reato.

Milena Castigli: