Si è tenuta stamattina a Mansura, in Egitto, la nona udienza del processo in cui Patrick Zaki. L’udienza è stata aggiornata al 9 maggio. Lo studente dell’Alma Mater Bologna rischia cinque anni di carcere per diffusione di notizie false.
Udienza rinviata al 9 maggio
L’udienza del processo a Patrick Zaki aperta oggi a Mansura, in Egitto, è stata aggiornata al 9 maggio “per far consegnare le carte della difesa – ha spiegato lo stesso Zaki all’ANSA lasciando il tribunale -. Forse prenderanno le carte e poi pronunceranno il verdetto finale”, ha aggiunto. “Potrebbero pronunciare il verdetto finale il 9 di maggio”, ha insistito lo studente egiziano dell’università di Bologna. Anche il capo della sua squadra di avvocati, Hoda Nasrallah, ha confermato che l’appuntamento del 9 maggio è stato fissato per depositare gli atti. “Sì, è così”, ha risposto all’ANSA.
Patrick ha confermato che, trattandosi di un giudice monocratico, il magistrato può pronunciare la sentenza “in qualsiasi momento”. “La cosa buona di oggi è che abbiamo avuto la possibilità di parlare“, “di spiegare ogni piccola parte nella nostra difesa”, ha proseguito il ricercatore. “Spero ciò abbia un buon impatto per noi”, ha aggiunto sempre parlando davanti al tribunale dove si erano recati, per seguire il suo caso, diplomatici di diverse nazionalità, tra cui un rappresentante dell’Ambasciata d’Italia al Cairo.
La sua legale, “Hoda, ha menzionato ogni dettaglio l’articolo”, ha riferito ancora lo studente egiziano dell’università di Bologna, “ha detto che tutto ciò che Patrick ha menzionato sono cose vere, che Patrick non è la prima fonte di questo articolo” e quindi non si può “dire che abbia pubblicato notizie false”.
“Patrick ha ripreso le prove dell’articolo da giornali egiziani e da deputati egiziani i quali hanno menzionato quei casi di fronte al Parlamento egiziano, alla televisione, a giornali”, ha proseguito sintetizzando l’arringa difensiva. “Patrick non è responsabile di ciò. Patrick è solo un ricercatore che ha rilevato tre casi avvenuti in una settimana”, mettendo in “evidenza l’umiliazione della minoranza copta in Egitto in quella settimana”, ha detto ancora l’attivista riferendosi allarticolo del 2019.
“Hoda ha fatto veramente una bella difesa, oggi”, portando “tutte le prove che Patrick non dovrebbe essere accusato neanche per un giorno, e che dovrebbe essere liberato”, ha detto parlando di sé il 31enne a piede libero ma senza possibilità di tornare in Italia.
La nona udienza di Zaki
Come previsto ieri dal capo della sua squadra di avvocati, la signora Hoda Nasrallah, per oggi è prevista solo la presentazione di “atti della difesa” e non è sicuro che ai legali venga concesso di proseguire con le arringhe interrotte nella precedente udienza, quella del 29 novembre.
Il giudice monocratico, come noto, ha comunque il potere di pronunciare una sentenza in qualsiasi momento. Il ricercatore e attivista per i diritti umani, a piede libero dall’8 dicembre 2021 dopo 22 mesi di custodia cautelare passati in carcere con accuse più gravi legate a dieci post su Facebook ma informalmente accantonate, è sotto processo presso una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza) della sua città natale sul delta del Nilo.
Patrick, nel processo in corso dal settembre 2021, è imputato per un articolo del 2019 in cui prendeva le difese dei copti, la minoranza cristiana d’Egitto, sottolineando le sanguinarie persecuzioni dell’Isis degli anni precedenti e due casi di discriminazione sociale e giuridica. Pur libero, il 31enne ricercatore in studi di genere ha un divieto di espatrio e non può lasciare l’Egitto.
Il caso, assieme alla ricerca dei responsabili della tortura a morte di Giulio Regeni, ha una dichiarata rilevanza politica nei rapporti fra Italia ed Egitto. A Mansura, come in tutte le precedenti udienze per il prolungamento della custodia cautelare e del processo, dovrebbero portarsi diplomatici italiani e di altri Paesi nell’ambito di un monitoraggio europeo di processi rilevanti per il rispetto dei diritti umani in Egitto. Le presenze avvengono regolarmente su invito dell’ambasciata italiana al Cairo.
Zaki: “Speriamo che quella di oggi sia l’ultima udienza”
“Oggi una nuova udienza, speriamo sia l’ultima”: lo aveva scritto su Facebook Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna sotto processo in Egitto per diffusione di notizie false attraverso un articolo, riferendosi all’appuntamento giudiziario fissato per stamattina a Mansura, prima del rinvio dell’udienza al 9 maggio. “Fine dell’arringa, attesa della decisione”: ha poi scritto alle 10:42 su Facebook Zaki.
Fonte: Ansa