Zaki, quinta udienza: processo aggiornato al 21 giugno

Come previsto, è stato aggiornato al 21 giugno il processo a carico di Patrick Zaki a Mansura: lo ha detto all’Ansa Marise, la sorella dello studente egiziano dell’Università di Bologna al termine dell’udienza svoltasi stamattina presso il Palazzo di Giustizia di Mansura, in Egitto sul delta del Nilo, a città natale di Patrick.

Si è tenuta stamattina a Mansura, sul delta del Nilo, la quinta udienza del processo in corso a carico di Patrick Zaki per l’accusa di diffusione di notizie false ai danni dell’Egitto.

L’appuntamento per gli avvocati è iniziato alle nove ora locale e italiana presso l’ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura, davanti alla Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza) della città natale di Patrick.

Visto che da sabato è iniziato il Ramadan, il mese sacro islamico del digiuno diurno e della preghiera in cui le attività rallentano e si accorciano gli orari d’ufficio, era facilmente prevedibile – scrive Ansa – che l’esito dell’udienza sarebbe stato annunciato già in mattinata.

L’avvocata principale dello studente egiziano dell’Università di Bologna, Hoda Nasrallah, ha dichiaratamente smesso di formulare previsioni. Fonti giudiziarie egiziane avevano però già previsto che anche l’udienza di oggi si sarebbe conclusa senza sentenza e solo con un “lungo” aggiornamento. Quello disposto da ultimo il primo febbraio era stato di oltre due mesi.

Zaki scarcerato l’8 dicembre

L’attivista per i diritti umani e civili è a piede libero dopo la scarcerazione avvenuta l’8 dicembre e arrivata al termine di 22 mesi di custodia cautelare, ma non può tornare in Italia. Patrick convive col rischio di altri cinque anni di carcere per aver scritto un articolo su alcuni casi di discriminazione di cristiani egiziani che configurerebbe il reato di “diffusione di notizie false” ai anni dell’Egitto.

Zaki: “Sono sotto enorme attacco informatico da questa notte”

“Dalla scorsa notte sto affrontando un enorme attacco informatico sui miei account di posta elettronica e social media”: ha scritto su Twitter stamattina prima dell’udienza Patrick Zaki limitandosi ad aggiungere “che buon inizio!!” con implicito riferimento all’appuntamento odierno del suo processo, poi conclusosi con un rinvio.

“Forse dopo mezzanotte ho visto che molte persone stavano tentando di entrare nei miei account Facebook, Twitter ed email. Non so perché”, ha poi detto Patrick parlando a giornalisti davanti al Palazzo di Giustizia di Mansura. “Che cosa volessero non lo so”, ha ribadito l’attivista per i diritti umani e civili confermando che comunque “sembrava un hackeraggio”, anche se “non so chi c’era dietro”.

 

Milena Castigli: