WEF: “Italia 63ma nel gender gap. Per ridurre divario mondiale ci vorranno 132 anni”

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Sul divario di genere non si va avanti: l’Italia rimane 63esima su 146 paesi nel Global Gender Gap Index 2022 del World Economic Forum, il rapporto che misura il raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne in diversi campi: la partecipazione economica, il livello di istruzione, la salute e la partecipazione politica.

A separare il nostro paese dalla Spagna (17esima), ci sono 46 posizioni, 48 dalla Francia e 53 dalla Germania. Rispetto al 2021, l’Italia ha migliorato il suo punteggio globale di 0,001 e nella classifica rimane subito dopo l’Uganda e la Zambia e appena prima della Tanzania.

Male sulla partecipazione economica, che comprende: tasso di partecipazione al mondo del lavoro, divario retributivo di genere, reddito da lavoro stimato, presenza delle donne tra funzionari, legislatori, alti dirigenti e professioni ad alta specializzazione.

Il nostro Paese passa dalla posizione 114 alla 110, con un miglioramento di minimo 0,003 punti. Sulla partecipazione economica, l’Italia resta al fondo anche della classifica regionale europea, insieme a Macedonia del Nord e Bosnia ed Erzegovina.

A livello generale, l’Europa ha il secondo livello più alto per parità di genere (76.6%), con un miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2021 e un tempo calcolato di 60 anni per colmare il divario. Alle prime posizioni ci sono Islanda, Finlandia e Norvegia. Venticinquesima su 35 l’Italia, seguita da Repubblica Slovacca, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Ceca, Polonia, Malta, Ungheria, Romania, Cipro e Grecia. Tra i Paesi europei migliorati di più: Albania, Islanda e Lussemburgo.

WEF: “Per ridurre gender gap nel mondo ci vorranno 132 anni”

Per ridurre il divario di genere nel mondo ci vorranno altri 132 anni. Quattro in meno rispetto al 2021, quando erano 136: un progresso però troppo lento per recuperare la battuta d’arresto della pandemia di Covid-19, che ha riportato indietro la parità di genere di una generazione.

Secondo l’analisi, delle 146 economie mondiali esaminate, solo 1 su 5 è riuscita a ridurre il divario di genere di almeno l’1% nell’ultimo anno. In materia di salute e sopravvivenza il divario di genere è stato chiuso al 95,8%, al 94,4% sull’istruzione, al 60,3% su partecipazione economica e opportunità e al 22% su partecipazione politica. A questo tasso di miglioramento, ci vorranno 155 anni per chiudere il gap riguardante l’empowerment in politica – 11 in più rispetto al 2021 – e 151 per quello sulla partecipazione economica.

Milena Castigli: