Virunga, DiCaprio e un fondo per salvare i gorilla

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Un’iniziativa importante, a sostegno di una delle aree più magiche e, al tempo stesso, più fragili dell’intero pianeta. Il Parco Nazionale del Virunga della Repubblica democratica del Congo, uno dei più antichi del continente africano, rappresenta un vero e proprio santuario naturalistico, fra gli ultimi baluardi a ospitare, allo stato selvatico, un gruppo di gorilla di montagna. Una specie che, come altre (anche floreali) presenti sul territorio, si trova sulla soglia dell’estinzione. Qui, fra i Monti Virunga, operò la zoologa Dian Fossall, che dedicò quasi tutta la sua vita allo studio dei gorilla nel loro habitat naturale, brutalmente assassinata nella sua capanna con l’arma usata dai bracconieri per uccidere quelle scimmie che lei e i suoi colleghi cercavano di difendere. Un’area, quella del Virunga, che rappresenta lo scrigno di una delle specie più vulnerabili in natura e che, attraverso lo stanziamento di un fondo da due milioni di dollari, l’attore Premio Oscar Leonardo DiCaprio si è attivamente impegnato a difendere.

Una perla da salvare

Un primo stanziamento, quello improntato dall’attore assieme alla Earth Alliance, da lui co-fondata, e ad altre realtà quali Emerson Collective, aGlobal Wildlife Conservation e l’ufficio di cooperazione EuropeAid. A questo, ognuno potrà aggiungere la sua parte, nell’ottica di un’umanità che fa la propria parte per salvaguardare l’area del Virunga e le specie che vi vivono, dalle piaghe della deforestazione e del bracconaggio. Come scritto in un post su Instagram dallo stesso DiCaprio, “tre settimane fa, dodici guardie forestali del parco e il loro autista hanno tragicamente perso la vita per proteggere alcuni civili dall’attacco armato di una milizia. Il futuro del Virunga è appeso a un filo poiché deve affronare l’impatto sia di Ebola che di Covid 19 e ora anche questo recente attacco”.

Il rischio Covid

Una variabile, quella delle epidemie, da non sottovalutare: vista la componente genetica dei gorilla, quasi del tutto identica a quella degli esseri umani, anche questa specie risulta soggetta a malattie respiratorie che, in molti casi, potrebbero portarne la morte. Il che, di fatto, espone fatalmente il gorilla al rischio di contagio da coronavirus. Anche per questo le autorità congolesi hanno disposto la chiusura quasi immediata del Parco nazionale a seguito dell’esplosione della pandemia. Un’ulteriore preoccupazione per una specie già duramente messa alla prova dalla riduzione del proprio habitat e dall’azione di cacciatori senza scrupoli.

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