“La violenza contro le donne riguarda tutti, di questa degenerazione siamo tutti involontari complici dopo anni di lotta”. E’ un monito ma anche un richiamo quello della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, intervenuta all’iniziativa “Dalla parte delle donne. Il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza“, promossa dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Secondo Casellati, “neanche una pandemia di portata globale deve fare arretrare dalla tutela dei diritti delle donne. Ognuno di noi può fare davvero molto per ogni donna”. Un evento organizzato alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, data simbolo ma solo una tappa nella lotta alla violenza di genere che, come ricorda il capo di Palazzo Madama, è una strada da perseguire ogni giorno.
Violenza sulle donne, dati ancora preoccupanti
“Il contrasto alla violenza sulle donne – sostiene Casellati – parte da quelle prospettive di autonomia morale ed indipendenza materiale che sono l’arma più potente contro ogni forma di martirio al femminile. Armi che si costruiscono lottando contro stereotipi e penalizzazioni, battendosi affinché nessuna emergenza, neanche una pandemia di portata globale, possa segnare un arretramento di fronte al cammino di emancipazione femminile”. Parole che, peraltro, arrivano nella stessa giornata in cui l’Eures evidenzia dati ancora preoccupanti sul tema. Secondo gli ultimi dati, è stato registrato un aumento dell’11% per i procedimenti iscritti per maltrattamenti contro familiari e conviventi catalogabili come violenza di genere. E questo in un periodo compreso fra l’1 gennaio e il 31 maggio 2020. Solo nei primi dieci mesi del 2020, 91 donne sono state vittime di omicidio.
Casellati: “Serve un impegno comune”
E l’impegno alla tutela dei diritti delle donne, così come all’arginamento della violenza, sia domestica che non, dev’essere “l’impegno comune che oggi dobbiamo insieme rinnovare”. Il presidente del Senato lo identifica come “un impegno che parte dal ruolo delle istituzioni e dal sistema di tutele sociali e penali. Ma che al contempo chiama in causa ciascuno di noi. Perché ognuno di noi, come padre o madre, fratello o sorella, amico o amica, può fare davvero molto perché ogni donna possa godere del diritto più grande: quello ad essere libera, ad essere semplicemente donna”.