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Violenza sulle donne, Bonetti: “Per eliminarla serve la vera parità di genere”

Bonetti: "Promuovere una strategia di parità di genere effettiva. Solo in questo modo verranno eliminate le precondizioni su cui la violenza si insinua"

La Giornata contro la violenza sulle donne “serve per continuare a combattere, per creare la coscienza del Paese. Ieri sono stati presi impegni importanti, di grande concretezza”. Così, in un’intervista a Il Messaggero, la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti.

L’intervista alla Bonetti

Si comincerà dal “promuovere una strategia di parità di genere effettiva, perché solo in questo modo verranno eliminate le precondizioni su cui la violenza si insinua. Questo farà parte del Piano strategico nazionale antiviolenza 2021-2023 [presentato nella direttiva DPO 2020, ndr] che proseguirà l’attuale iniziativa di approccio metodologico al problema”.

“Serve una visione complessiva del fenomeno – spiega Bonetti – c’è il tema delle politiche di tutela dei diritti, l’aspetto giudiziario, quello sanitario, psicologico, sociale e lavorativo. Ma a questo si affianca la necessità della promozione della parità di genere. Significa autonomia economica e lavorativa delle donne affinché abbiano a disposizione gli strumenti per sottrarsi alla violenza. C’è molta strada da fare”.

Scuola e media

“E’ necessario un cambio di linguaggio a livello di istituzioni e di media” e poi “bisogna lavorare nelle scuole su un percorso di affettività, rispetto, educazione civica“, dice ancora la ministra.

“Bisogna mettere in campo un’azione coordinata affinché le donne non siano lasciate sole”. Solo il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ci sono stati due femminicidi: il primo a Padova dove un marito ha accoltellato la moglie; il secondo Stalettì, dove un ragazzo ha ucciso una conoscente sembra per motivi passionali.

“Percorsi a loro dedicati nell’ambito dei commissariati di polizia e caserme dei carabinieri, dei Tribunali, dei pronto soccorso. L’ideale – conclude Bonetti – sarebbe un centro unico che garantisca l’anonimato”.

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