Vaccini, medici di base chiedono al Commissario Figliuolo un incontro

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I medici di famiglia chiedono un incontro al nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo per avere chiarimenti sulla campagna vaccinale. Dopo la sigla del protocollo d’intesa per partecipare alle vaccinazioni, solo alcune regioni hanno firmato accordi con i medici di base. In altre altre si sta procedendo molto a rilento. Lo spiega la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg): “Chiederemo al generale Figliuolo se nei casi in cui c’è ritardo sarà il Commissario a intervenire, come indicato dal suo predecessore, oppure si seguiranno altre strade”, come riporta all’ANSA Silvestro Scotti, segretario generale di Fimmg.

Le Regioni che hanno firmato l’accordo

Per il momento, spiega la Fimmg solo cinque regioni hanno firmato l’accordo con i medici di medicina generale. La vaccinazione è iniziata, compatibilmente con il numero delle dosi a disposizione: Lombardia, Lazio, Valle d’Aosta, Toscana e Piemonte. Le Marche, che avevano dato un’accelerazione iniziale, adesso stanno procedendo molto lentamente. “Il Sud invece è fermo“, sottolinea Scotti, “per questo motivo abbiamo chiesto anche un incontro al ministro della Salute Roberto Speranza per fare presente che avvertiamo una certa resistenza da parte di alcune regioni a siglare intese con i medici di famiglia, nonostante il protocollo porti la firma di governo e regioni, oltre che quelle di Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale.”

La situazione vaccinazioni nelle varie Regioni

Intanto ogni singola realtà regionale sta seguendo modelli organizzativi diversi. In Piemonte i medici di base vaccinano presso i Cap (Centri di assistenza primaria); il Lazio sta partendo e utilizza anche gli studi medici; in Valle d’Aosta risulta una buona partecipazione sia negli studi dei medici di base che nei centri distrettuali. La Toscana è quella che fa meglio e procede spedita con le somministrazioni agli over 80. Altro nodo indicato dagli Mmg è il numero delle dosi, a prescindere dalle forniture: ogni medico infatti ha a disposizione solo tra le 10 e le 20 dosi a settimana, cifra che ai camici bianchi sembra insufficiente.

Mariangela Musolino: