Boris Johnson si è scusato su Twitter con i cittadini per aver sbagliato sul tipo di restrizioni appena approvate per limitare il contagio da coronavirus nel Nordest dell’Inghilterra. Divieto di riunione di sei persone al chiuso, all’aperto, in giardino, dentro casa….. Ecco le misure restrittive da lui riportate durante un’intervista televisiva in risposta a chi gli ha chiesto quali fossero le nuove norme sugli assembramenti nell’area. Johnson ha anche aggiunto che fino a sei persone provenienti da famiglie diverse potevano incontrarsi al chiuso ma non all’aperto. Ovviamente, la proibizione vale per gli incontri al chiuso, sia nelle abitazioni private che nei locali pubblici, mentre gli assembramenti di sei persone all’aperto sono consentiti, anche se sconsigliati.
I laburisti
Tutto ciò, ha suscitato le ire dei laburisti, soprattutto, la numero due Angela Rayner che ha accusato il premier di “grossolana incompetenza” e ha affermato che “Queste nuove restrizioni entreranno in vigore questa notte in vaste zone del Paese il governo deve riprendere il controllo”.
Ma la gaffe del Primo Ministro è infatti solo la ciliegina sulla torta di una polemica già in corso. Infatti, nelle ore precedenti Gillian Keegan, una sottosegretaria all’Educazione, in un’intervista alla Bbc aveva dichiarato di non sapere se nelle contee coinvolte dal nuovo lockdown i pub e i ristoranti possano far sedere i clienti all’aperto.”Mi spiace, non sono in grado di chiarirlo, non conosco la risposta a questa domanda”, aveva replicato Keegan, “ma sono sicura ci siano molte persone nel governo che potrebbero”. La sottosegretaria ha anche affermato di non voler correre il rischio di rispondere in modo sbagliato.
Alex Norris, il Ministro ombra laburista, sulla vicenda ha detto: “È davvero eloquente che nemmeno gli stessi membri del governo sappiano cosa stia succedendo. Ciò non aiuterà granché a stimolare la fiducia nelle istituzioni, tanto nel Nordest quanto in tutto il Paese. Ma l’incompetenza dei Conservatori sta minando la nostra risposta alla pandemia”.