Ancora missili su Odessa, dove è stata distrutta una delle piste dell’aeroporto locale. Nel frattempo, altre immagini mostrano le macerie dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove la resistenza degli ucraini prosegue. E da dove è riuscito a sganciarsi un gruppo composto da circa venti civili, fra cui donne e bambini, evacuati mentre altre centinaia di persone restano bloccati in mezzo al fuoco incrociato. Nel frattempo, anche Mosca punta il dito contro l’Ucraina, affermando che i nazionalisti della regione di Kherson avrebbero scagliato un attacco colpendo una scuola e un asilo, provocando morti e feriti. Il tutto mentre il ministro della Difesa svedese Peter Hultqvist denuncia la violazione dello spazio aereo nazionale da parte di un aereo di ricognizione russo. Un ulteriore tessera di un puzzle sempre più ampio, mentre la speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, si reca in missione a Kiev.
Pelosi e Zelensky
Pelosi ha incontrato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblicando poi su Twitter un video del faccia a faccia, partecipato anche da un gruppo di deputati americani. “Compiamo questa visita per ringraziarla per la vostra battaglia per la libertà – ha spiegato la speaker dei Rappresentanti -. La vostra battaglia è per tutti. Il nostro impegno è essere qui fino a quando cesserà”. Zelensky, da parte sua, ha ribadito che “gli Usa sono un leader nel forte sostegno alla lotta contro l’aggressione russa. Grazie per l’aiuto a proteggere la sovranità e l’integrità territoriale del nostro stato”. Attorno alla capitale ucraina, però, la situazione resta di estrema tensione. La violazione dello spazio aereo svedese ha dato il peso dei primi segnali di allargamento del conflitto, mentre sul fronte diplomatico si procede a singhiozzo. Lo stesso Zelensky ha affermato quale sia la condizione per la pace. Ossia che “l’Ucraina sarà libera, e su tutte le città temporaneamente occupate tornerà a sventolare la bandiera ucraina”.
Duma: “Congelare i beni dei Paesi non amici”
Anche la Russia, nel frattempo, prova a rafforzare la propria posizione. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha puntato nuovamente il dito contro le “nazioni non amiche”, sostenendo che la Russia “dovrebbe rispondere in modo simmetrico al congelamento dei beni russi da parte di alcuni paesi ostili”. Spiegando inoltre la necessità di azioni speculari “nei confronti delle imprese in Russia i cui proprietari provengono da paesi ostili, dove sono state prese tali misure: confiscare questi beni”.