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Usa e Cina: si va verso una normalizzazione dei rapporti diplomatici

Dopo il colloquio tra Blinken e Xi Jinping le due superpotenze hanno instaurato un dialogo, ma i nodi sono molti

Dopo la missione di Antony Blinken in Cina e l’incontro con il presidente Xi Jinping, Usa e Cina hanno concordato sulla necessità di gestire in modo responsabile le loro relazioni diplomatiche. Rimangono però molte questioni irrisolte, tra cui la guerra in Ucraina.

La stabilizzazione dei rapporti diplomatici

Parola d’ordine “stabilizzazione“. Dopo la missione di Antony Blinken in Cina e l’incontro con il presidente Xi Jinping, nei rapporti tra Washington e Pechino non c’è stata una svolta, soprattutto sui temi più delicati come Taiwan e la guerra della Russia contro l’Ucraina. Ma, attraverso qualche piccola concessione da entrambe le parti, le due superpotenze hanno concordato sulla necessità di gestire in modo responsabile le relazioni arrivate, con la crisi dei palloni-spia, ad un livello di instabilità pericoloso per tutti. Blinken, primo segretario di Stato americano a sbarcare a Pechino in cinque anni dopo il falco Mike Pompeo, è stato accolto con tutti gli onori dal leader di Pechino nella Grande Sala del Popolo, l’iconico palazzo in piazza Tienanmen di solito riservato ai ricevimenti per i capi di Stato. Al termine del colloquio di 35 minuti, Xi ha parlato di “progressi” e “terreno comune”, auspicando che la visita del capo della diplomazia Usa, cancellata a febbraio a causa del balloon-gate, possa contribuire ad una “stabilizzazione” dei rapporti. Anche il segretario di Stato Usa ha espresso soddisfazione per una conversazione “franca, sostanziale e costruttiva”, sottolineando come “la diplomazia diretta” sia il modo migliore per “difendere gli interessi americani” e gestire “la concorrenza in modo responsabile“.

I nodi irrisolti

Fin qui tutto bene, con i due leader che hanno rappresentato un’apparente normalizzazione delle relazioni nello spirito del G20 di Bali, quando Biden e Xi assicurarono un maggior dialogo tra Washington e Pechino. Da quanto però hanno riferito funzionari del dipartimento di Stato americano sulla conversazione a porte chiuse, i nodi rimasti irrisolti sono molti. Innanzitutto, la guerra in Ucraina. Secondo Blinken gli Stati Uniti, e altri Paesi, avrebbero avuto rassicurazioni dalla Cina che “non sta fornendo e non fornirà” armi alla Russia. Tuttavia, Xi non ha affatto condannato l’amico Vladimir Putin per l’invasione e resta il rischio che gli equipaggiamenti militari possano arrivare alle forze di Mosca da aziende private cinesi. Quindi il tema di Taiwan. La Cina non si è mossa di un millimetro dalla posizione ufficiale che non c’è spazio per “compromessi o concessioni”. Il segretario di Stato americano da parte sua non si è limitato a ribadire che Washington continua a sostenere la politica dell’Unica Cina ma ha dichiarato esplicitamente che non “sostiene l’indipendenza dell’isola”, né cambiamenti “unilaterali dello status quo”. Tuttavia, ha avvertito Pechino che gli Stati Uniti monitorano da vicino le sue “azioni provocatorie nello Stretto” e ne sono preoccupati. Uno degli obiettivi della missione di Blinken era riavviare la comunicazione diretta tra i due eserciti, anche alla luce degli scontri sfiorati tra jet e navi militari nello Stretto di Taiwan e sopra il Mar cinese meridionale. Una proposta che la Cina ha però respinto al mittente, adducendo le sanzioni americane come ostacolo alla riapertura del dialogo tra le forze armate. Poco si è mosso anche sul fronte del commercio e delle violazioni dei diritti umani nello Xinjang, in Tibet e a Hong Kong. “Non si può risolvere tutto durante una sola visita, un solo viaggio, una sola conversazione. I progressi sono difficili, richiedono tempo”, ha chiarito Blinken che, in questa due giorni, ha incontrato anche il ministro degli Esteri cinese Qin Gang e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, il potente Wang Yi. A Washington si auspica che la missione del segretario abbia aperto la strada ad altre visite strategiche nei prossimi mesi, come quella della segretaria al Tesoro Janet Yellen e la segretaria al Commercio Gina Raimondo. Con l’ambizione di pianificare entro la fine dell’anno un nuovo summit tra Biden e Xi.

Fonte: Ansa

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