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Nuove sanzioni USA contro la Smic, società cinese di semiconduttori

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Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro Smic, il maggior produttore cinese di semiconduttori. Lo riferisce il Financial Times.

L’ultimo atto dell’escalation di tensione tra Washington e Pechino confermerebbe quindi le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, quando il titolo dell’azienda. Quest’ultima tra i suoi clienti importanti ha compagnie Usa come Qualcomm e Broadcom. Di queste ne sono state perse il 23% in un solo giorno sulla scia dei rumor.

I rischi inaccettabili legati agli scopi militari

Il quotidiano della City ha pubblicato alcuni estratti della lettera inviata dal dipartimento del Commercio Usa. Questo ha citato i “rischi inaccettabili” che le tecnologie acquistate da Smic possano andare verso “scopi militari”. Le aziende americane potranno ancora, a determinate condizioni, vendere prodotti tecnologici a Smic ma dovranno ottenere prima una specifica licenza.

Una guerra che non finisce tra Usa e Cina

La società con base a Shanghai ha riferito a Bloomberg di non aver ancora ricevuto notifica delle sanzioni e ha negato di avere relazioni con la difesa cinese. La guerra commerciale colpisce ancora. Nella sfida tra USA e Cina ora un altro colosso asiatico, dopo Huawei, è nel mirino di Trump.

Cosa significa questa mossa?

La Casa Bianca ha giustificato la mossa con il timore che le apparecchiature fornite al colosso possano essere utilizzate per scopi militari. I fornitori di alcuni pezzi alla Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC) dovranno ora richiedere licenze di esportazione individuali, secondo una lettera del Dipartimento del Commercio datata venerdì e vista da Reuters.

Chi è SMIC

SMIC è la seconda azienda tecnologica cinese ad affrontare i limiti del commercio statunitense dopo il gigante delle telecomunicazioni Huawei, il cui accesso ai chip di fascia alta è stato ridotto. Il Pentagono ha detto all’inizio di questo mese che stava valutando di inserire nella lista nera SMIC. Le autorità statunitensi hanno identificato l’azienda come una minaccia alla sicurezza, a causa di una presunta fusione di tecnologie civili e militari. Alla richiesta di commento, SMIC ha detto di non aver ricevuto alcun avviso ufficiale delle restrizioni e ha affermato di non avere legami con l’esercito cinese.

 

Rossella Avella: