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Un’azienda su tre punta sulle piattaforme digitali per uscire dalla crisi

La metà delle imprese (50,9%) si aspetta un generale impoverimento. Il 30,5% teme una riduzione permanente dei flussi turistici. I dati dell'Osservatorio Ccciaa di Roma

Quali cambiamenti ha generato l’emergenza sanitaria nell’economia italiana? E quanto è stato profondo l’impatto del Covid-19 sull’economia romana? Quali conseguenze dirette ha avuto sulle singole aziende? Su questi tre quesiti si è concentrata la nuova indagine dell’Osservatorio permanente dell’istituzione camerale. La Camera di Commercio di Roma ha elaborato, dunque, un ottavo e ultimo report che offre un’analisi sull’impatto del Covid-19 sul tessuto imprenditoriale e una visione degli imprenditori sulla realtà economica italiana. Più in generale, l’Osservatorio Cciaa della capitale ha fornito, in queste ultime settimane, un costante aggiornamento sull’evoluzione dei fatti, cogliendo il sentiment degli imprenditori e identificando le misure che meglio si sono prestate a contenere il danno economico subito dalle imprese e studiare strategie utili per il rilancio.  

Organizzazione

 Per un’impresa su tre ci sarà una diversa organizzazione del lavoro con un maggiore utilizzo delle piattaforme digital. Commenta il presidente della Camera di Commercio di Roma e di Unioncamere Lazio, Lorenzo Tagliavanti: “Situazione molto complessa, siamo su un crinale. Le possibilità per ripartire e tornare a crescere ci sono, ma gli imprenditori vanno sostenuti con azioni rapide e concrete”. E’ stato costruito costruito un panel di 500 imprese rappresentative delle attività economiche di Roma e provincia per valutare l’impatto economico del coronavirus e fornire un costante aggiornamento sull’evoluzione della situazione. L’ottava indagine è stata condotta tra il 20 e il 27 maggio 2020. Le imprese del campione hanno nel 67% dei casi la sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della provincia di Roma. L’84,6% delle imprese ha tra 0 e 9 dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle imprese ha oltre 50 dipendenti. Dal punto di vista socioeconomico, con riferimento all’economia italiana, il 60% delle imprese considera la caduta dei consumi e il forte aumento del debito pubblico tra i principali cambiamenti generati dall’ emergenza sanitaria. Quasi un’impresa su tre pensa che ci sarà una maggiore propensione a utilizzare le tecnologie digitali. Gli impatti principali saranno la riduzione degli esercizi commerciali e un generale impoverimento della città. Aumento dei costi legato alle misure di sicurezza e mercato di riferimento in contrazione i principali cambiamenti che colpiranno la propria azienda.

Sostenibilità

Il 60,6% delle imprese pensa che uno dei grandi cambiamenti generati dalla crisi sarà il forte aumento del debito pubblico e dei conseguenti problemi di sostenibilità del debito. Il 59,7% delle imprese ritiene che ci sarà una forte caduta dei consumi e della domanda di prodotti. Il 28,3% delle imprese prevede che ci sarà una maggiore propensione a utilizzare tecnologie digitali. Solo il 6% pensa che ci sarà, come conseguenza della crisi, una maggiore facilità di accesso al credito e il 4,9% che ci sarà una maggiore solidarietà europea. Per il 57,5% delle imprese il principale cambiamento sarà la riduzione degli esercizi commerciali, il 50,9% pensa anche che ci sarà un generale impoverimento. Il 30,5% delle imprese si aspetta una riduzione permanente dei flussi turistici. Il 21,2% delle imprese ritiene che ci sarà un maggior utilizzo di piattaforme digitali. Solo un’impresa su sei prevede che ci sarà un recupero di interesse per i piccoli negozi di quartiere. Tra i cambiamenti principali generati dall’emergenza sanitaria, che impatteranno sulla propria azienda, la metà delle imprese indica un mercato più ristretto rispetto a quello pre-crisi, il 44,7% lamenta anche maggiori costi per rispettare le nuove misure di sicurezza. Per un’impresa su tre ci sarà una diversa organizzazione del lavoro con un maggiore utilizzo di piattaforme digitali. Il 22,6% delle aziende indica una riduzione della clientela per rispettare le norme di distanziamento e il 20% delle imprese pensa che non ci saranno cambiamenti significativi. 

Timori e prospettive

“I risultati di questo nostro ultimo report afferma Tagliavanti– dimostrano che la realtà socio-economica che le imprese si trovano ad affrontare, terminato il lockdown, è molto complessa e mette in evidenza preoccupazioni e timori. In particolare, il 60,6% delle aziende pensa che uno dei grandi cambiamenti generati dalla crisi, a livello italiano, sarà il forte aumento del debito pubblico e dei conseguenti problemi di sostenibilità. Una percentuale praticamente analoga prevede che ci sarà una forte caduta dei consumi e della domanda di prodotti“. Si teme “un calo permanente dei turisti e un impoverimento generale: insomma, le paure ci sono e non poteva essere altrimenti. Tutti insieme, però, dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare senza sosta affinché queste paure si tramutino in nuove speranze. Siamo, comunque, su un crinale”, sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Roma che indica “la possibilità di far scattare una molla per una ripresa vigorosa: se si creano fra imprenditori, consumatori e famiglie le condizioni giuste, allora ripartiremo con grande determinazione”.

Ripresa

“La gente riprenderà a consumare e gli imprenditori a investire: naturalmente per avviare questo processo serve un serio piano nazionale di semplificazione burocratica, rinnovati strumenti digitali, facilità e rapidità di accesso al credito e alla liquidità- sostiene Tagliavanti-. Viceversa, si rischia una spirale negativa che per mia natura ottimista non voglio né pensare e né delineare. I numeri sono chiari e ci riportano a un grande senso di responsabilità: dal 2015 nel nostro territorio si è perso l’8% in termini di valore aggiunto”. Per il 2020 era prevista una crescita dello 0,6%, invece “l’emergenza sanitaria ci ha catapultato a una perdita di Pil non inferiore al 7%, secondo le ultime stime: noi siamo e saremo sempre a fianco delle migliaia di imprese, imprenditori e lavoratori che sono già ripartiti pur tra mille difficoltà e sacrifici”. Conclude Tagliavanti: “Come istituzione economica del territorio, e in raccordo con le altre, abbiamo già messo in campo iniziative e misure economiche a sostegno del tessuto produttivo. E continueremo a farlo con tutte le risorse che abbiamo a disposizione”.

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