Ucraina: bombardato impianto chimico Azot a Severodonetsk, dentro 800 civili

Maria

L'acciaieria Azovstal a Mariupol (Ucraina). Fonte: Twitter (immagine di repertorio)

La guerra in Ucraina entra nel suo 106esimo giorno. La Russia ha schierato altri 30 carri armati T-62 a Vasylivka, un villaggio a circa 35 chilometri a sud di Zaporizhzhia (sud): lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Motuzianyk, secondo quanto riporta il Kyiv Independent.

Bombardato impianto Azot a Severodonetsk: dentro 800 civili

Bombardato per due volte dall’esercito russo tra ieri sera e la notte scorsa l’impianto chimico Azot a Severodonetsk, dove si sono rifugiati circa 800 civili, 200 dipendenti e circa 600 residenti. Almeno due officine sono state colpite, tra cui una per la produzione di ammoniaca. Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai, riportato da Ukrinform, ma non ci sono informazioni sulla sorte dei civili. Dentro la fabbrica ci sarebbero anche alcune unità militari ucraine che, secondo i combattenti filorussi, sarebbero arretrati in seguito all’assalto dell’esercito di Mosca.

Zelensky: “A Severodonetsk si decide il destino del Donbass”

Severodonetsk resta “l’epicentro dello scontro nel Donbass, dove viene deciso il destino” della regione. È quanto afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo: “Difendiamo le nostre posizioni e infliggiamo perdite significative al nemico. Questa è una battaglia molto feroce, molto difficile. Probabilmente una delle più difficili di questa guerra. Sono grato a tutti coloro che ci difendono in questa direzione”.

Guterres: “L’invasione russa deve finire”

L’invasione russa dell’Ucraina “deve finire”, tuona il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, sottolineando che “finché ciò non accadrà, abbiamo bisogno di azioni immediate. Innanzitutto dobbiamo portare stabilità ai mercati alimentari ed energetici globali. Poi abbiamo bisogno di rendere immediatamente disponibili risorse per aiutare i Paesi e le comunità più povere”.

La guerra del grano

Kiev fa sapere che nessun accordo concreto sui corridoi per il grano è stato raggiunto nell’incontro di Ankara tra Turchia e Russia. Intanto Kiev accusa apertamente Mosca di rubare il grano per poi andarlo a rivendere. Quella che inizialmente sembrava propaganda, inizia a trovare le prime conferme: sono i treni che per la prima volta dopo 8 anni stanno transitando dal Donbass verso la Crimea.

Convogli carichi di grano che arrivano in Russia e poi da lì via nave partono verso l’Africa e il Medio Oriente. Lo ha detto pubblicamente il capo dell’amministrazione militare-civile di Zaporizhzhia, Evgenij Balitskij: “Inviamo grano attraverso la Russia, i principali contratti sono stati conclusi con la Turchia. I primi treni sono già passati attraverso la Crimea, sono diretti in Medio Oriente”.

Guterres: “L’accordo su grano e fertilizzanti è essenziale”

In merito, il segretario Guterres ha detto di aver chiesto ai colleghi di contribuire a trovare “un accordo che consenta l’esportazione sicura di alimenti prodotti in Ucraina attraverso il Mar Nero e l’accesso senza ostacoli ai mercati globali per gli alimenti e i fertilizzanti russi”. Questo accordo è “essenziale per centinaia di milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo, anche nell’Africa sub-sahariana”, ha aggiunto Guterres.

Milena Castigli: