Nella notte una serie di esplosioni sono state avvertite nelle città portuale di Odessa. La controffensiva ucraina prosegue e, nelle ultime due settimane, sono stati liberati otto insediamenti abitati.
Le esplosioni a Odessa
Una serie di esplosioni sono state udite nella notte nella città portuale meridionale ucraina di Odessa. Lo riportano i media locali, aggiungendo che le autorità militari hanno attivato la difesa aerea in tutta la regione. In mattina l’amministrazione militare regionale di Odessa ha comunicato che le truppe russe hanno lanciato quattro missili da crociera di tipo Kalibr dal Mar Nero, tutti distrutti in cielo dalle forze di difesa. L’allarme antiaereo è scattato nelle prime ore di oggi in sei regioni dell’Ucraina, secondo il portale ufficiale di allerta del paese citato dai media locali. Le sirene risuonano negli oblast di Odessa, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Sumy, Zaporozhzhia e Donetsk. Le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa quattro droni russi nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina sud-orientale, ha reso noto il capo del consiglio regionale, Nikolai Lukashuk, come riporta Rbc-Ucraina. “La nostra forza aerea ha distrutto quattro droni nella regione durante la notte. Probabilmente tre Shahed e un Orlan”, ha affermato Lukashuk su Telegram.
Gli insediamenti liberati
Secondo la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, le unità della brigata Tavria delle forze ucraine hanno liberato otto insediamenti nelle ultime due settimane di combattimenti nelle direzioni di Berdiansk e Melitopol. Si tratta dei villaggi di Novodarivka, Levadne, Storozheve, Makarivka, Blagodatne, Lobkove, Neskuchne e Pyatikhatki. “Nel complesso, le unità del settore Tavria sono avanzate in territorio nemico fino a sette chilometri – ha aggiunto -. L’area liberata nel sud è di 113 chilometri quadrati”.
Le presunte responsabilità del crollo della diga di Kakhovka
E mentre Ucraina e Russia si rimpallano le accuse su chi avrebbe fatto crollare la diga di Kakhovka, il New York Times afferma che, nonostante siano “teoricamente possibili molteplici spiegazioni”, le prove indicano chiaramente che la diga è stata paralizzata da un’esplosione provocata dalla parte che la controlla: la Russia”. Il media statunitense interroga ingegneri ed esperti di esplosivi, sostenendo che la diga aveva “un tallone d’Achille” ed essendo “costruita in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov’era”. La diga, spiegano ancora “è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base” ed è attraversata da “un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine”: proprio qui “suggeriscono le prove”, “è esplosa la carica che ha distrutto la diga”.
Fonte: Ansa