Il bilancio ufficiale dei morti nel terremoto che il 6 febbraio ha colpito la Turchia e la Siria ha sorpassato i 16.000, secondo fonti ufficiali e mediche, mentre continua il lavoro dei soccorritori in un freddo glaciale. Le vittime accertate in Turchia sono 16.035, 3.126 quelle in Siria, che portano il numero totale a 16.035.
Terremoto: finora quasi 63.000 i feriti in Turchia
Sono almeno 62.914 le persone rimaste ferite in Turchia a casa dei terremoti che hanno scosso il sud del Paese: lo rende noto l’agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara (Afad), come riporta la tv di Stato Trt. L’agenzia ha inoltre confermato che finora le vittime accertate nel Paese sono almeno 12.391.
Più di 298.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto di lunedì.
Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”, ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”.
Oggi previsto arrivo primi convogli aiuti in Siria
Nella giornata è previsto il primo arrivo in Siria di un convoglio umanitario dal terremoto del 6 febbraio, malgrado tre valichi di frontiera con la Turchia siano aperti da ieri. Il convoglio è in viaggio, fa sapere una fonte umanitaria al Giardian. Nelle ultime 24 ore sono stati riaperti dalle autorità turche in fasi successive i tre principali valichi di frontiera di Bab as Salama, Bab al Rai e Bab al Hawa, ma finora nessun carico umanitario è entrato via terra in Siria.
Ong: “Aiuti Onu troppo tardivi e insufficienti”
“Troppo poco e troppo tardi” viene definito stamani dall’Osservatorio per i diritti umani in Siria il primo blocco di aiuti umanitari inviato dall’Onu tramite la Turchia alle regioni siriane del nord-ovest devastate dal conflitto e fuori dal controllo del governo centrale di Damasco. “Dopo quasi 80 ore dal sisma sono riusciti a mandare solo sei camion contenenti coperte, materassi e poco altro… è una vergogna!”, afferma Rami Abderrahman, direttore dell’Osservatorio, organizzazione non governativa siriana, basata all’estero ma che da anni si avvale di una fitta rete di fonti sul terreno. L’Osservatorio commenta l’arrivo oggi dal valico frontaliero di Bab al Hawa di 6 camion spediti dall’Onu. Questo passaggio è l’unico finora da cui possono entrare aiuti umanitari internazionali al nord-ovest della Siria. Da Damasco gli aiuti vengono invece distribuiti finora alle zone disastrate sotto controllo governativo.
Fonte: Ansa