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Tunisia, Saied: “Un consiglio provvisorio rimpiazzerà il Csm”

Saied: "Siamo uno stato sovrano che rispetta la legge e aspiriamo non a quello che definiscono Stato di diritto, ma a una società di diritto"

In attesa dell’insediamento di un nuovo Consiglio superiore della magistratura (Csm), che verrà disciplinato in base a una nuova legge, sarà costituito un Csm provvisorio per la gestione delle questioni urgenti. Lo ha detto la ministra tunisina della Giustizia, Leila Jaffel, al termine di un incontro con il presidente tunisino Kaïs Saïed, incentrato proprio sui problemi del settore giudiziario, in particolare dopo la decisione del 6 febbraio scorso di Saied sciogliere il Consiglio superiore della magistratura.

La ministra – si legge in una nota di Cartagine – ha aggiunto che il presidente ha espresso il suo attaccamento al Csm come istituzione costituzionale che garantisce l’indipendenza della giustizia. “Il Presidente della Repubblica ha assicurato che il processo sarà democratico e inclusivo, consentendo di garantire la giustizia. Ha anche assicurato che la legge sul Csm sarà rivista al fine di preservare i diritti dei giudici”.

Saied sullo scioglimento: “Siamo uno Stato sovrano”

“Siamo uno Stato sovrano, siamo consapevoli degli equilibri internazionali e conosciamo accordi e convenzioni internazionali meglio di loro”. Queste le parole del presidente tunisino Saïed al ministro degli Esteri, Othman Jerandi, in relazione alle preoccupazioni espresse recentemente dagli ambasciatori del G7 in Tunisia, nonché dal rappresentante dell’Ufficio dell’Alto Commissario per le Nazioni Unite per i diritti umani dopo la decisione dello scioglimento.

“Ci impegniamo a rispettare i principi di libertà, democrazia e giustizia. Allora perché questa preoccupazione? La Tunisia non è né una fattoria né un prato. Sono pienamente consapevoli degli sconfinamenti e degli omicidi che hanno avuto luogo, ma nessuno di loro sembra essere interessato a questo”, si legge in una nota della stessa presidenza. Saïed ha poi spiegato che gli eccessi commessi dai membri del Csm sono gravi.

“Non siamo un popolo selvaggio e sappiamo perfettamente cosa vogliamo. Non accettiamo di interpretare il ruolo dello studente con loro a fare da insegnanti. La Tunisia ha le sue specificità. La Tunisia non è una fattoria e quindi all’estero dovrebbero prestare attenzione alle loro posizioni e reazioni”. “Non siamo selvaggi. La nostra gente sa cosa vuole. Non abbiamo grandi risorse, ma abbiamo idee. Parliamo con tutti, siamo uno stato sovrano che rispetta la legge e aspiriamo non a quello che definiscono Stato di diritto, ma a una società di diritto”, ha affermato il Presidente della Repubblica.

Le ragioni dello scioglimento del Csm

Il presidente tunisino, che lo scorso luglio ha assunto pieni poteri, ha deciso di sciogliere il Consiglio superiore della magistratura, organo indipendente preposto alla nomina dei giudici, lo scorso 6 febbraio accusandolo di essere prevenuto e al servizio di non meglio precisati interessi. Saied in definitiva accusa il Consiglio di corruzione e parzialità. “Il Csm è un ricordo del passato da questo momento”, aveva detto il presidente in un video diffuso nel cuore della notte. Suscitando numerose reazioni internazionali.

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