A seguito del rimpasto di governo voluto dal presidente tunisino Kais Saied, il capo del governo, ha incontrato i membri del nuovo esecutivo. Le priorità consistono nel rafforzamento degli indicatori sociali dello Stato.
Il rimpasto
Dopo il maxi-rimpasto voluto dal presidente tunisino Kais Saied, con la sostituzione di 19 ministri e tre segretari di Stato, il capo del governo, Kamel Maddouri, ha incontrato i membri del nuovo esecutivo “sottolineando l’urgente necessità di realizzare un lavoro collegiale, armonioso e governativo intriso di spirito di squadra”. Lo si legge sulla pagina fb del governo tunisino. Nel corso di questo primo incontro con i nuovi ministri, Maddouri ha sottolineato l’imperativo essenziale “apportare maggiore efficienza al lavoro del governo”, in quanto “le aspettative dei cittadini richiedono azioni, risultati così come “un autentico presupposto di responsabilità”. Tante prescrizioni che è importante mettere in atto “con responsabilità e competenza, con l’impegno profuso, per consentire la continuità del servizio pubblico, con garanzie sulla qualità dei suoi servizi e avendo grande cura nel rispondere alle aspirazioni del suo personale”, ha sottolineato.
Le priorità dell’esecutivo
“Le priorità del lavoro del governo consistono principalmente nel rafforzamento degli indicatori sociali dello Stato, attraverso l’ampliamento della portata della protezione sociale, la promozione dei servizi sanitari, dell’istruzione, della formazione e dei trasporti, nonché il consolidamento della cultura dell’imprenditorialità e del privato iniziativa”, si legge nella nota. È essenziale “riunire tutte le condizioni con l’intento di realizzare il decollo economico e realizzare una crescita sostenibile e integrata, che sia in grado di creare opportunità di lavoro dignitose e di progettare soluzioni flessibili per raggiungere un’attrattiva economica”. Il capo del governo ha inoltre raccomandato “di perseverare nell’eliminazione delle difficoltà che ostacolano l’avvio di un certo numero di progetti pubblici e privati, e di riconsiderare i relativi sistemi giuridici e procedurali”.
Fonte: Ansa