L’ingegnere del Politecnico di Torino e consulente della Procura della Repubblica di Verbania, Giorgio Chiandussi, ha fatto presente oggi in un incontro con inquirenti e investigatori che è necessario un altro sopralluogo, alle pendici della montagna, per studiare il modo di rimuovere la cabina. Lo riporta Ansa. L’idea è quella di analizzare la parte alta della cabina 3, dove era agganciata la fune traente che spezzandosi dove il cavo è collegato al carrello, ha causato il disastro della funivia del Mottarone. E dato che l’attività di rimozione rientra tra gli accertamenti irripetibili, da effettuare coinvolgendo tutte le parti, anche i familiari delle vittime coi legali e gli eventuali consulenti, è imminente la fase delle nuove informazioni di garanzia in vista delle analisi tecniche alla ricerca delle cause della tragedia, scrive sempre Ansa.
Avvisi che potrebbero estendere di molto il campo degli indagati, tirando dentro altri operatori della funivia e manutentori, ditte comprese. Nomi che si andranno ad aggiungere a Gabriele Tadini, caposervizio ai domiciliari che ha ammesso di aver dato “l’ordine” di non rimuovere i forchettoni che disattivavano i freni, al gestore Luigi Nerini e al direttore di esercizio Enrico Perocchio, questi ultimi tornati liberi sabato.
“Tutti sapevano”
“Io facevo il mio, io e i miei colleghi non possiamo addossarci la colpa, erano loro i responsabili non noi”, avrebbe detto l’operatore della funivia che su ordine di Tadini non tolse i ceppi dai freni di emergenza quel 23 maggio, riporta Ansa. “Dicono che dovevamo rifiutarci di mettere i ceppi ma non sapevamo ci fosse un pericolo del genere”.
Il problema è stato “bypassato, tutti sapevano non si può scaricare la colpa sugli operai. Il responsabile era il caposervizio, se lui o l’ingegnere mi dice di fare qualcosa io la faccio”, ha aggiunto.
I filmati
I freni di emergenza sulla funivia del Mottarone potrebbero esser stati bloccati da anni: è quanto risulta da registrazioni video del 2014 e del 2018 messe a disposizione dall’emittente pubblica tedesca ZDF della procura italiana, scrive Agi. Nelle immagini si vede il cosiddetto forchettone che annulla i freni di emergenza. Lo ha reso noto il programma “Frontal 21” dell’emittente in un’inchiesta sull’incidente della funivia. Il materiale fotografico proviene dal regista amatoriale svizzero Michael Meier: per suo interesse tecnico personale ha filmato l’impianto sul Monte Mottarone tre volte: nel 2014, nel 2016 e nel 2018. Dopo l’incidente ha rivisto il suo materiale e ha scoperto i forchettoni: “Ho notato poi che questi forchettoni erano già in queste foto. Già nel 2014 questi forchettoni erano usati con le persone in cabina”, ha detto alla ZDF. Le immagini sono state messe a disposizione anche della Procura della Repubblica italiana.
“Le abbiamo ricevute e preferisco evitare ogni valutazione in questo momento”. Così il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi ha commentato ad Adnkronos le immagini dell’emittente tedesca ZDF.
Eitan fuori pericolo
Dopo 8 giorni, il piccolo Eitan ha lasciato il terzo piano del reparto di rianimazione dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino ed è stato trasferito al reparto di degenza. La prognosi riservata è stata sciolta nelle scorse ore ed è stato dichiarato fuori pericolo, riferisce Ansa, e ha sempre accanto la zia Aya. E’ rimasto in coma farmacologico per quattro giorni. Pian piano è stato risvegliato ed estubato, dopo che risonanza magnetica aveva escluso danni neurologici sia a livello cerebrale sia del tronco encefalico. “Dove sono mamma e papà” è la domanda che ha fatto alla zia Aya, sorella del padre, che è stato il primo volto che ha visto quando ha riaperto gli occhi. La settimana dopo la tragedia ha ricominciato a mangiare.