Ennesima morte bianca in Italia, una strage quotidiana sul lavoro che lascia in terra ogni giorno una media di tre vittime. Tiziana Bruschi, la 58enne che il 2 settembre fu travolta da un bancale nel magazzino dell’azienda di stampaggio di materie plastiche di Scandicci in cui lavorava, è deceduta stamane all’ospedale di Careggi di Firenze.
La morte di Tiziana
L’incidente era avvenuto alla Srl Sistema di via Charta 77 a Scandicci, un’azienda che produce componentistica per auto. La donna fu colpita da un bancale carico di merce, che un operaio alla guida di un muletto avrebbe fatto cadere. Il titolare della ditta è indagato per omicidio colposo. Dopo quaranta giorni di agonia, durante i quali amici e parenti avevano sperato in una ripresa, lascia il marito e la figlia nel più profondo sconforto.
L’incidente mortale a Messina
L’ultimo incidente mortale in ordine di tempo era avvenuto solo ieri, martedì 12 ottobre, a Messina. A perdere la vita, un operaio, Salvatore Ada, 55 anni, impiegato della “Toto Costruzioni”, che stava eseguendo i lavori al cantiere autostradale del Viadotto Ritiro.
L’uomo è rimasto schiacciato nel corso di alcune operazioni di carico di jersey di cemento su un autoarticolato. I lavori, però, non avevano niente a che fare con la costruzione del viadotto. In merito all’accaduto, è arrivata anche una nota della “governance” di Autostrade Siciliane.
Ada, infatti – storico militante della Feneal-Uil di Messina – era impegnato in un’area di stoccaggio esterna al cantiere: “Pur di arrotondare lo stipendio – afferma la Uil – per sostenere la famiglia, Salvatore svolgeva anche del lavoro straordinario”.
Il decreto Draghi contro le morti bianche
Quasi pronto il decreto con il quale il governo prova a fermare la strage quotidiana sul lavoro che lascia in terra ogni giorno una media di tre vittime. Il decreto interviene con modifiche e assestamenti del Testo unico sulla sicurezza del lavoro per “incentivare e semplificare – è quel che si legge nella bozza di testo – l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza su lavoro ed il coordinamento dei soggetti competenti a presidiare il rispetto delle norme prevenzionistiche”.
Previsto quindi un “ampliamento delle competenze ispettive dell’Ispettorato nazionale nell’ambito della materia della salute e sicurezza del lavoro, così da consentire un maggior presidio, su tutto il territorio nazionale, sul rispetto della relativa disciplina. Le modifiche prevedono, inoltre – continua il testo – un accentramento in capo all’Ispettorato del coordinamento dell’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza su lavoro svolta a livello provinciale”. Si tratta, in sostanza, della volontà di mettere a sistema e armonizzare le attività delle Asl, innanzitutto con la previsione di almeno due riunioni all’anno del comitato regionale, convocate direttamente dall’Ispettorato. Non verranno più tollerate negligenze sulla vigilanza dei macchinari.
Il decreto nel prossimo Consiglio dei ministri
Il decreto – scrive Today.it – dovrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei ministri. Previste pene immediate e più severe: sospensione dell’attività per le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza e l’arresto fino a sei mesi per gli imprenditori che non si mettono in regola. Le aziende sorprese da un’ispezione con il 10% degli addetti senza regolare contratto presenti sul luogo di lavoro rischiano lo stop. Al momento la chiusura scatta solo con il 20% dei lavoratori irregolari e solo in caso di “gravi e reiterate violazioni”. Nel periodo di sospensione, l’impresa dovrà continuare a pagare gli stipendi e potrebbe non poter partecipare a gare pubbliche.