La Repubblica di Haiti lo scorso sabato è stata devastata da un sisma di magnitudo 7.2 della scala Richter con epicentro a Petit Trou de Nippes, a 130 km dalla capitale Port-au-Prince, che ha causato oltre 1300 vittime e la correlata distruzione di oltre 1000 edifici.
Le difficoltà pregresse
Purtroppo, in questo decennio, Haiti è stata colpita da diverse calamità naturali e problemi politici di cui si ricordano il terremoto del 2010, l’uragano Matthew del 2016, il recente assassinio del presidente Jovenel Moise da cui si è acuita la pregressa guerra tra bande, la malnutrizione infantile che ha raggiunto livelli preoccupanti e la pandemia da Covid-19 che sta ancora mietendo vittime per il difficoltoso approvvigionamento dei vaccini.
L’appello dell’Unicef
Rispetto a quanto precedentemente detto, in una apposita nota, Unicef ha segnalato che, allo stato attuale, sono stati colpiti numerosi centri sanitari, scuole, ponti e altre strutture e infrastrutture essenziali, da cui dipendono bambini e famiglie ed, a peggiorare ulteriormente la già oltremodo precaria situazione, si potrebbe aggiungere la tempesta tropicale denominata Grace che attesa sull’isola in queste ore. Successivamente, Unicef ha sottolineato che, considerate le perduranti difficoltà logistiche, i bisogni umanitari nelle aree colpite dal sisma sono elevati e i servizi essenziali interrotti, per cui molte persone hanno bisogno di acqua e assistenza sanitaria immediata. In questa difficile situazione la sopracitata agenzia Onu sta operando con solerzia ed ha consegnato a Les Cayes oltre 30 mila kit medici per l’assistenza sanitaria ma, contestualmente a ciò, la stessa ha sottolineato che la situazione legata alla violenza delle gang potrebbe compromettere la risposta all’emergenza in atto ed ha quindi lanciato un appello ai gruppi armati affinché consentano l’accesso illimitato alle organizzazioni umanitarie al fine di fornire aiuto alla popolazione.