Aung San Suu Kyi ha esortato il popolo birmano a “non accettare il colpo di Stato”: lo ha riferito il partito della leader birmana. L’ormai ex capo del governo birmano Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace nel 1991, è stato “arrestato” dai militari questa mattina poche ore prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato.
“Esorto la popolazione a non accettarlo, a rispondere e a protestare con tutto il cuore contro il colpo di Stato dei militari”: ha fatto sapere Suu Kyi in una dichiarazione diffusa dal suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), secondo quanto riportato dalla Bbc.
Tutti i poteri in Myanmar (Paese noto anche come Birmania) sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate. L’esercito birmano ha intanto annunciato di volere indire nuove elezioni “libere e regolari” alla fine dello stato di emergenza di un anno, per organizzare un trasferimento dei poteri assunti oggi con il colpo di Stato.
Ferma la condanna del golpe da parte delle maggiori istituzioni internazionali. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha condannato “fermamente” in un comunicato l’arresto da parte dei militari di Aung San Suu Kyi e di altri leader politici in Birmania. Con “la dichiarazione del trasferimento di tutti i poteri legislativi, esecutivi e giudiziari ai militari”, ha commentato, “questi sviluppi sono un duro colpo per le riforme democratiche in Birmania”.
“Condanno fermamente il colpo di stato dei militari” in Birmania “e chiedo un immediato rilascio dei detenuti. I risultati elettorali e la costituzione devono essere rispettati. Il popolo” della Birmania “vuole la democrazia. L’Ue è con loro”. Così l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, su Twitter.
“Condanno fortemente il colpo di stato in Birmania e chiedo ai militari di rilasciare quanti sono stati detenuti illegalmente durante i raid in tutto il Paese. Il risultato delle elezioni deve essere rispettato e deve essere ripristinato il processo democratico”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su Twitter.
Il premier britannico Boris Johnson ha condannato oggi il colpo di Stato in Birmania e l’arresto della leader Aung San Suu Kyi. “Condanno il colpo di Stato e l’incarcerazione illegale di civili, compresa Aung San Suu Kyi, in Birmania – ha twittato Johnson -. Il voto del popolo deve essere rispettato e i leader civili rilasciati”.
Gli Stati Uniti “continuano ad affermare il loro forte appoggio per le istituzioni democratiche” della Birmania e “in coordinamento con i nostri partner nell’area, chiediamo alle forze armate e a tutte le altre” parti in causa “di aderire alle norme democratiche e di rilasciare i detenuti”. Lo afferma la Casa Bianca, sottolineando che il presidente Joe Biden è stato informato sugli eventi in Birmania, incluso l’arresto di Aung San Suu Kyi. Gli Usa, scrive Ansa, “allarmati” dalle informazioni che arrivano dalla Birmania, si oppongono a ogni tentativo di alterare il risultato delle recenti elezioni o impedire una democratica transizione”.
“Condanno fermamente il colpo di stato in Birmania. Deve essere restaurato il legittimo governo civile, in linea con la costituzione del Paese e le elezioni di novembre. Chiedo il rilascio immediato e incondizionato di tutti i detenuti”, ha scritto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, su Twitter.
“L’Italia condanna fermamente l’ondata di arresti in Myanmar e chiede l’immediato rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i leader politici arrestati”. Lo si legge in una nota della Farnesina. “La volontà della popolazione è chiaramente emersa nelle ultime elezioni e va rispettata. Siamo preoccupati per questa brusca interruzione del processo di transizione democratica e chiediamo che venga garantito il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
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