Si è tolto la vita nel pomeriggio di martedì 27 luglio l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, Giuseppe De Donno, che per primo lo scorso anno aveva testato una terapia per curare i malati di Covid con trasfusioni di plasma “iperimmune” da sangue di altri contagiati, opportunamente trattato. De Donno, 54 anni, si era dimesso dall’ospedale mantovano ai primi di giugno per cominciare, lo scorso 5 luglio, la nuova professione di medico di base a Porto Mantovano.
Il corpo dell’ex pneumologo Giuseppe De Donno è stato ritrovato oggi dai familiari nella sua casa di Eremo, frazione del Comune di Curtatone, dove viveva con la moglie Laura e due figli, Martina, consigliere comunale a Curtatone, e Edoardo. Secondo le prime notizie il medico si sarebbe tolto la vita impiccandosi.
Stanco dei continui attacchi
“L’esperienza del Covid mi ha cambiato – aveva raccontato dopo aver lasciato il lavoro da primario e aver ringraziato il direttore generale dell’Asst Raffaello Stradoni – e da oggi cambio vita”. Ma il male forse già covava da prima. “Sono stanco – aveva confidato a degli amici, riporta la Gazzetta di Mantova – stanco dei troppi attacchi che ho subito, stanco che ancora oggi che sono uscito dall’ospedale continuo a ricevere, anche da parte di colleghi”.
Nel mantovano comunità sotto shock
Sgomento il sindaco di Curtatone, Carlo Bottani, amico intimo del medico, che si fa interprete del sentimento di un’intera comunità sotto shock: “Giuseppe era una persona straordinaria – ha detto tra le lacrime -. Ho avuto il privilegio di essere al suo fianco nella prima fase del lockdown e ho visto quanto si è speso per i suoi pazienti. La storia lo ricorderà per il bene che ha fatto”.
“Con il nuovo lavoro di medico di base – ricorda ancora il sindaco – l’avevamo visto felice della nuova opportunità. Io stesso lo avevo affiancato quando ai primi di giugno aveva annunciato che lasciava l’ospedale per dedicarsi alla medicina di base”.
Molti infine gli attestati di cordoglio da parte di comuni cittadini che hanno ricordato De Donno per aver “salvato molte vite” con la sua terapia.