Situazione al limite in Sudan dove, questa mattina – 21 settembre – c’è stato un tentato colpo di Stato che è “fallito”: lo ha riferito la TV di Stato sudanese secondo cui un gruppo di soldati nella capitale Khartoum ha tentato un golpe che è fallito, senza indicare specificatamente gli autori del gesto. “C’è stato un tentativo di colpo di Stato fallito”, hanno riferito i media. Una fonte governativa ha detto all’agenzia di stampa Afp che gli autori hanno cercato di impadronirsi dell’edificio dei media statali, ma “hanno fallito”, ha commentato.
L’annuncio è arrivato poche ore dopo che l’esercito aveva schierato i carri armati in alcune delle strade principali di Khartoum e Omdurman. Il Consiglio di transizione del Sudan ha invitato la gente a scendere in piazza per manifestare la sua opposizione.
La rivoluzione in Sudan
Tra il 2018 e il 2019 il Sudan è stato scosso per mesi da sommosse popolari che hanno portato alle dimissioni del Presidente Omar Bashir l’11 aprile del 2019.
L’11 aprile 2019 l’esercito sudanese ha destituito il Governo Nazionale e ha annunciato uno stato di emergenza di 3 mesi, a cui seguirà un periodo di transizione di 2 anni prima dell’istituzione di un nuovo governo. Il tenente generale Ahmed Awad Ibn Auf, che era Ministro della Difesa e il Vicepresidente del Sudan, si è dichiarato de facto Capo di Stato, annunciando la sospensione della costituzione e imponendo un coprifuoco, ordinando la cessazione delle proteste in corso. Oltre al Governo Nazionale, sono stati sciolti anche i governi statali e i consigli legislativi.
I media statali hanno riferito che tutti i prigionieri politici, compresi i leader delle proteste anti-Bashir, sono stati rilasciati dal carcere. Il Partito del Congresso Nazionale di Al-Bashir ha annunciato che avrebbe organizzato una manifestazione a sostegno del presidente deposto. I soldati hanno anche fatto irruzione negli uffici del Movimento Islamico, la principale ala ideologica del Congresso Nazionale, a Khartoum.
Il 12 aprile, il neonato governo militare ha deciso di rimanere al potere per un periodo transitorio per far sì che iniziassero i negoziati per portare alla formazione di un nuovo governo di matrice civile e non militare. La sera del 12 aprile Auf si è dimesso da Presidente del Consiglio Militare di Transizione (de facto Capo di Stato) e ha nominato il generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan come suo successore. Questo è accaduto dopo le proteste per la decisione di non far estradare Bashir dalla Corte penale internazionale.
Il 13 aprile, Burhan ha annunciato nel suo primo discorso televisivo che il coprifuoco imposto da Auf era stato revocato e che era stato emesso un ordine per completare il rilascio di tutti i prigionieri incarcerati in base alle leggi precedentemente promulgate da Bashir.
Il 20 agosto 2019 il Consiglio Militare di Transizione e le Forze dell’alleanza per la Libertà e il Cambiamento raggiungono un accordo per creare una Dichiarazione Costituzionale sancendo così la nascita del Consiglio Sovrano del Sudan, organo civile/militare con funzione di capo di Stato.
Nel 2020 il nuovo governo di Abdalla Hamdok ha dato vita ad una nuova democrazia abolendo la fustigazione pubblica e – di fatto – la sharia. Hamdok era già sopravvissuto ad un attentato terroristico nel marzo del 2020. In quella occasione, a piazzare l’autobomba furono i militanti di una frangia di sostenitori dell’ex presidente Omar al-Bashir.