Un tentativo fallito di attentato ha coinvolto il presidente del governo di transizione sudanese, Abdullah Hamdok. Il premier, secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, sarebbe scampato all’agguato mentre il suo convoglio si stava dirigendo a Khartoum, capitale del Paese. Al momento, tuttavia, non è chiara la dinamica dell’attacco: secondo alcune tv locali si sarebbe trattato di un’autobomba esplosa mentre la colonna di auto le transitava accanto, nei pressi del ponte Kober, collegamento fra la parte nord della città e il centro, dove vi è la sede del governo.
L’ipotesi
Non vi sono notizie di vittime o di feriti, e il presidente Hamdok sarebbe già stato trasferito in una località sicura. Nessuna notizia nemmeno per quanto riguarda possibili rivendicazioni, anche se da più parti si sostiene l’ipotesi che dietro l’attacco vi sia una frangia di sostenitori dell’ex presidente Omar al-Bashir, deposto al culmine della rivolta dello scorso anno. Secondo le ipotesi in campo, i nostalgici di al-Bashir sarebbero gli stessi che, durante le manifestazioni del 2019, operarono feroci repressioni e che oggi fanno parte delle Rapid Forces Support.
Ricostruzione
Il tentato attentato al presidente Hamdok, al netto di possibili rivendicazioni, si inserisce nel complesso percorso di rinascita dello Stato, devastato dalla guerra civile e caratterizzato da un nuovo assetto statale, frutto del compromesso fra militari e civili, il quale ha portato alla formazione del governo (guidato da Hamdok, ex vice segretario esecutivo della Commissione Economica delle Nazioni Unite) e del cosiddetto Consiglio sovrano (formato da rappresentanze sia militari che civili). Una soluzione che, fra tre anni, dovrebbe portare a nuove elezioni.