Tempi difficili per l'ex presidente del Sudafrica, Jacob Zuma. Ieri l'Alta corte di Pietermaritzburg ha emesso un mandato di arresto con l'accusa di corruzione dopo che, citato in giudizio, non si è presentato in tribunale. A riferirlo è la stessa emittente locale eNca. Il legale dell'ex presidente ha risposto al mandato specificando che, in questo momento, Zuma versa in un precario stato di salute. Ma per il giudice Dhaya Pillay ed il procuratore Billy Downer la motivazione non è sufficiente: Zuma sarebbe dovuto andare a processo. In passato, erano stati gli stessi legali di Zuma a chiedere di archiviare le accuse, sostenendo la tesi che si tratti solo di un “processo politico”.
La vicenda
L'ex leader del Sudafrica è stato accusato di aver ricevuto 260mila euro in tangenti dal gruppo francese Thales nell'ambito di un accordo di vendita di armi alla Marina del Paese per un totale di 4 miliardi di euro. Zuma ha sempre respinto le accuse nei suoi confronti. D'altro canto, però, sono state le accuse di corruzione ad averlo spinto alle dimissioni nel 2018 dopo vari tentativi di giustificazione. Zuma si è definito vittima di un giustizialismo che persegue una “caccia alle streghe”, ma per il pubblico ministero Trengrove, qualsiasi teoria di “cospirazione e complotto” andrebbe trattata per quello che è. In altre parole, la magistratura non ha archiviato il caso, anzi cerca di andare fino in fondo per capire se, come dimostrerebbe l'accusa, durante la sua presidenza durata nove anni, Zuma abbia realmente utilizzato il suo potere per ottenere tangenti.