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Striscia di Gaza: Israele accetta la tregua senza precondizioni

Incognita sull'orario. L'Egitto, mediatore tra la Stato ebraico e l'organizzazione paramilitare Hamas, invierà delegazioni per vigilare sulla sospensione delle ostilità. Gli sfollati per i bombardamenti israeliano sarebbero già 75mila

Con l’approvazione del gabinetto di sicurezza dello Stato ebraico della proposta avanzata dall’Egitto di una cessate il fuoco reciproco, simultaneo e senza precondizioni, è arrivata de-escalation per un conflitto che giunto all’undicesimo giorno ha fatto quasi 250 morti da entrambe le parti, tra cui molti bambini. Sull’orario di entrata in vigore delle sospensione delle ostilità non c’è ancora certezza, il premier Benjamin Netanyahu ha comunicato che verrà stabilito successivamente mentre fonti d’informazione parlavano delle due del mattino. dovrebbe presentare la proposta di un cessate il fuoco unilaterale. Per Hamas , che ha a sua volta ha accettato, si tratta di “una vittoria per il popolo palestinese”.

L’Egitto invierà due delegazioni, una in Israele e una nei Territori palestinesi, per monitorare l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto questa sera, dicono i media egiziani, rilanciati dal sito israeliano Ynet. Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, ha dichiarato che “i prossimi passi sono volti a mantenere la stabilità”.

Le operazioni militari

Sono andati avanti per tutta la giornata, anche quando si profilava la possibilità di una fine delle ostilità, il lancio di razzi e i bombardamenti.

Nel corso degli scontri in giornata durante le operazioni “Guardiani delle mura”, le forze armate dello Stato ebraico hanno colpito una cellula di Hamas che stamattina aveva attaccato un pullman militare israeliano. Il ministro della Difesa Benny Gantz ha dichiarato: “Siamo preparati e desiderosi di espandere l’operazione in base alle esigenze. Stiamo portando Hamas in un viaggio indietro nel tempo, un viaggio da cui non gli permetteremo di tornare“.

L’aviazione israeliana, col sostegno di forze di terra, ha colpito a Beit Lahya (a nord di Gaza) una cellula di Hamas che stamane aveva teso un agguato ad un pullman militare israeliano, sparando un missile anticarro Kornet. La aviazione ha inoltre sventato un attacco che un’altra cellula di Hamas si apprestava a condurre con un razzo anticarro: due dei suoi membri, che viaggiavano su un’automobile, sono stati centrati da un razzo e sono morti.

In queste ore Israele ha colpito inoltre le imboccature di due tunnel militari di Hamas, a Beit Lahya e nel campo profughi al-Maghazi. Questi aggiornamenti sono giunti dal portavoce militare israeliano.

Sirene di allarme hanno risuonato anche mentre uscivano gli annunci. La popolazione, ha riferito la televisione pubblica, ha avuto ordine di chiudersi nei rifugi. nella città israeliana di Sderot, a nord della striscia di Gaza, ed in un alcune località vicine. Secondo la emittente il razzo sparato da Gaza è stato intercettato sistema Iron Dome e  non si ha per ora notizia di vittime. Complessivamente, nelle ultime 12 ore i militanti di Hamas avrebbero lanciato 299 razzi dalla Striscia di Gaza contro Israele. Lo hanno riferito le Forze di difesa dello Stato ebraico, secondo cui 42 dei razzi sono caduto all’interno della Striscia, mentre gli altri, per il 90%, sono stati intercettati dal sistema di difesa antimissile. Sono circa 4.000 i razzi lanciati da Hamas dal 10 giugno scorso.

Le vittime e i gli sfollati

Il bilancio delle vittime palestinesi negli attacchi israeliani è aumentato a 232, di cui 65 bambini, con 1.900 feriti. Gli israeliani rimasti uccisi sarebbero invece 12. Lo ha reso noto il ministero della Salute di Gaza, citato dai media.

“Se c’è un inferno sulla terra, è la vita dei bambini oggi a Gaza”, ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite riunita per discutere della situazione in Medio Oriente.

Al bilancio di morti e feriti ora si aggiunge quello degli sfollati che, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari sono già 75mila. Di questi, circa 47.000 hanno cercato rifugio in 58 scuole gestite dall’agenzia umanitaria Unrwa. Altri 28.700 hanno trovato accoglienza in case private.

L’Onu si aspetta una “tregua umanitaria” per poter portare almeno i beni essenziali nella Striscia, in cui vivono circa due milioni di persone e il cui accesso è controllato da Israele. Ha quindi attivato i corridoi umanitari verso la regione, esortando tutte le parti a rispettarli.

 

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