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Strage Georgofili, Meloni: “Nessun italiano potrà mai dimenticare”

Commemorate stanotte 30 anni dopo, con una cerimonia alle 1.04, ora esatta dell'esplosione, le vittime della strage mafiosa dei Georgofili a Firenze del 27 maggio 1993

Commemorate stanotte 30 anni dopo, con una cerimonia alle 1.04, ora esatta dell’esplosione, le vittime della strage mafiosa dei Georgofili a Firenze del 27 maggio 1993.

Fabrizio Nencioni, la moglie Angela Fiume, le bimbe loro figlie Caterina e Nadia, lo studente Dario Capolicchio, tutti rimasti uccisi nello scoppio dell’autobomba di Cosa Nostra, sono state ricordate dalle autorità e da centinaia di persone con la deposizione di una corona nel punto dell’esplosione.

Meloni: “Nessuno potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili”

Un feroce attacco allo Stato, una guerra dichiarata alla Repubblica per vendicarsi del carcere duro, una ferita gravissima inferta all’Italia e al suo patrimonio artistico e culturale”. Così la premier Giorgia Meloni sull’anniversario della strage dei Georgofili.

“Nella notte tra il 26 e il 27 maggio di trent’anni fa la mafia decise di colpire con tutta la sua forza Firenze, facendo saltare in aria un’autobomba carica di 250 chilogrammi di esplosivo sotto l’Accademia dei Georgofili. Il crollo della Torre delle Pulci uccise Fabrizio e Angela Nencioni, le figlie Nadia di 9 anni e Caterina di appena 50 giorni”.

“A perdere la vita anche Dario Capolicchio, 22 anni, morto nell’incendio dell’edificio di fronte alla Torre. Decine di feriti e incalcolabili i danni al patrimonio: l’onda d’urto della bomba investì il centro storico della città, Palazzo Vecchio, la Chiesa di Santo Stefano e Cecilia e la Galleria degli Uffizi, distruggendo per sempre alcuni capolavori e causando danni ingenti a molte opere. Nessun fiorentino, nessun italiano, potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili. Così come nessuno potrà mai cancellare dalla memoria quegli anni così difficili per la nostra Nazione, segnati da altri sanguinosi attentati e stragi. Una lunga scia di terrore di fronte alla quale il nostro popolo seppe reagire, dimostrando la forza della legalità e la solidità delle Istituzioni”.

“Il Governo rivolge il suo pensiero commosso a tutti i famigliari delle vittime e rinnova il suo ringraziamento ai servitori dello Stato che, spesso nell’ombra e tra mille difficoltà, hanno lottato e lottano contro la mafia. E che con il loro instancabile lavoro avvicinano sempre di più il definitivo tramonto della criminalità organizzata”, conclude Meloni.

Il suono della Martinella, la campana civica fiorentina, e l’esecuzione del Silenzio hanno accompagnato la cerimonia cui hanno assistito fra le autorità politiche il sindaco Dario Nardella, il presidente della Regione Eugenio Giani, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Dopo un lungo momento di raccoglimento, c’è stato un lungo applauso.

Presenti familiari e parenti delle vittime, esponenti delle istituzioni e della magistratura, e moltissimi cittadini che hanno seguito il corteo aperto dal Gonfalone della città. Il corteo da piazza della Signoria si è mosso per raggiungere via dei Georgofili, quindi, celebrato l’anniversario dei 30 anni della strage, ha proseguito per il piazzale degli Uffizi dove c’è stato un altro omaggio, quello alla Quarto Savona Quindici, l’auto di scorta al giudice Falcone nella strage di Capaci e che viene esposta a Firenze in questi giorni.

“Trent’anni – ha detto il sindaco Nardella prima del corteo – segnano un anniversario a cifra tonda che è importante perché ci spinge a ripercorrere tutto quello che Firenze ha saputo fare da allora come città e anche coi processi che hanno permesso di individuare i responsabili. Ma anche ci spinge a capire cosa ha significato lo scontro della mafia contro o Stato, le istituzioni, e a parlarne alle future generazioni. La mafia c’è ancora, oggi si annida e attecchisce dove c’è economia sana. La battaglia non è finita e va portata avanti proprio per le nuove generazioni”.

Fonte: Ansa

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