Cinque persone di età compresa tra i 21 e i 24 anni sono state rinviate a giudizio nell’udienza preliminare del processo sulla morte di Marco Ferrazzano, il 29enne di Foggia il cui cadavere venne ritrovato il 22 gennaio 2021 sui binari lungo la tratta Bari-Foggia. Le accuse sono, a vario titolo, di atti persecutori aggravati al cyber-bullismo, truffa e diffamazione.
Secondo le ipotesi investigative, Ferrazzano si sarebbe lanciato sotto un treno in corsa perché vittima di bullismo e cyberbullismo. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup del Tribunale di Foggia, Giuseppe Ronzino. Dei sei imputati solo uno ha chiesto e ottenuto un patteggiamento a un anno di reclusione e 600 euro di multa.
Ferrazzano, il giorno prima della sua morte, subì l’ennesimo furto del cellulare. Fu lo stesso giovane e recarsi in questura e sporgere denuncia, raccontando agli investigatori che due giovani pretesero di poter fare alcune chiamate con il suo cellulare e che poi fuggirono via senza restituirglielo.
Dalle successive indagini della squadra mobile, era emerso che più volte aveva subito il furto del telefono e che più volte era tornato a casa con delle escoriazioni.
Marco Ferrazzano «spinto al suicidio dai bulli»: a processo cinque persone. Uno di loro ha patteggiato#4giugno #QuotidianiNazionali #IlMessaggero https://t.co/i8OF3q37Id
— Giornali.it (@giornali_it) June 4, 2022
La vittima si sarebbe lanciata contro un treno in corsa
“La vittima subiva ripetutamente atti di bullismo e violenza fisica ad opera degli indagati che incontrava spesso al Parco San Felice o nel quartiere Candelaro di Foggia“, sostengono gli investigatori della Mobile di Foggia a conclusione delle indagini.