“La pandemia non si è spenta, lo dimostrano purtroppo i numeri. Ma nel fronteggiarla dobbiamo progettare il futuro“. Lo ha detto – ripreso da Ansa – il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo al summit Coldiretti e Filiera Italia con il Governo “Recovery ‘Food’, l’Italia riparte dal cibo“.
Speranza: “Abbiamo davanti una doppia sfida”
Per questo, prosegue Speranza, “le prossime settimane ci mettono davanti a una doppia sfida: quella della vittoria contro l’epidemia che ci ha tenuto insieme in questi mesi”, ma nel frattempo “dobbiamo anche programmare il futuro del nostro Paese, e queste sfide vanno tenute insieme”.
“Siamo dentro una battaglia tremenda, in una sfida ancora molto complicata. Ma dobbiamo concentrarci anche sulla capacità di disegnare il futuro” il ché significa “chiudere la stagione dei tagli in sanità e ricominciare a investire sulla salute delle persone”. Da questo punto di vista, “il Recovery è una grande occasione”.
Il futuro “va costruito attraverso politiche di prossimità, di tutela dell’ambiente e del territorio”. Per questo “serve un grande Patto-Paese e in questa sfida c’è anche il ruolo, la funzione e la storia di Coldiretti, una grande organizzazione radicata sul territorio, che è stata capace di attraversare diverse stagioni di sviluppo del nostro Paese” e “che non ha mai fatto mancare il supporto al Paese in questi mesi”. “La voce di Coldiretti – ha concluso Speranza – è una voce importante nelle battaglie di queste ore ma anche nella capacità di progettare l’Italia del futuro”.
Speranza: “Situazione complessa ma non come un anno fa”
“Siamo in una fase importante di lotta all’epidemia. Ma chi racconta che stiamo come un anno fa dice una cosa clamorosamente non vera. Ieri abbiamo raggiunto 10 milioni di vaccinazioni e che c’è un’accelerazione in corso. Stiamo provando a sviluppare tutte le energie di cui disponiamo sul territorio per velocizzare la vaccinazione, che è la vera arma di cui disponiamo”, ha aggiunto il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolineando che “finalmente nelle prossime settimane arriveranno più dosi, la nostra macchina è pronta e allertata. Abbiamo costruito intese che ci permettono di arrivare a numero di vaccinati tale da aprire una stagione diversa in un tempo che non sarà troppo lungo”.
La situazione, ricorda Speranza, è ancora complessa, in Italia e non solo. “La variante inglese è diventata prevalente a livello europeo, tanto che il presidente Macron – ha sottolineato – ha annunciato ieri la zona rossa per tutta la Francia, dove per diverse giornate ci sono stati oltre 40.000 casi. Siamo ancora in una fase complessa dell’epidemia ed è vero anche per l’Italia. Il posto di terapie intensive occupato da pazienti Covid è significativo, la pressione sulle strutture sanitarie è forte, il numero contagiati e decessi non può esser sottovalutato”.
“Dove vacciniamo vediamo crollare tasso contagi”
“La campagna di vaccinazione sta correndo e dovunque riusciamo a vaccinare vediamo che c’è un crollo del tasso di contagi. Penso al mondo del personale sanitario ma anche nelle Rsa, luoghi in cui in tanti hanno perso la vita. Aver vaccinato nelle Rsa ha prodotto immediatamente un risultato visibile: è crollato il tasso di contagi e decessi. Questo ci dice che la vaccinazione è la via maestra per chiudere questa situazione e ora siamo nella condizione per produrre un’accelerazione”, ha concluso Speranza.
Coldiretti: “Pasqua in zona rossa costa 1,7 miliardo a tavola”
I tre giorni di Pasqua in zona rossa costano 1,7 miliardi ai 360 mila ristoranti, bar, pizzerie ed agriturismi costretti alla chiusura in tutta Italia proprio in uno dei weekend più importanti dell’anno dal punto di vista economico. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sull’impatto del lockdown per le imminenti festività, diffusa in occasione del Summit della Coldiretti con il Governo “Recovery ‘Food’, l’Italia riparte dal cibo”.
Alle perdite della ristorazione si sommano poi quelle dell’intero sistema turistico con il sostanziale azzeramento delle presenze impattando sulle spese per cibo, alloggio, trasporti, shopping e souvenir. Senza il lockdown, secondo la Coldiretti, un italiano su tre (32%) avrebbe approfittato delle feste di Pasqua e Pasquetta per fare una vacanza.
Ma a mancare all’appello sono anche gli oltre 4,5 milioni di stranieri che, approfittando della Pasqua, avrebbero preso d’assalto l’Italia ad aprile. Con le chiusure dei fine settimana primaverili, che valgono in questo momento già l’80% del fatturato, la zona rossa a Pasqua riduce ulteriormente la sostenibilità economica delle attività di ristorazione, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate. Le aperture a singhiozzo e le limitazioni, sostiene la Coldiretti, creano infatti ostacoli alla programmazione dell’attività basata su acquisto e vendita di prodotti deperibili. Con le misure anti Covid salgono così a 1,1 milioni di tonnellate i cibi e i vini invenduti dall’inizio della pandemia per i crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi che travolge a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy.
Coldiretti: “Per la prima volta l’export del cibo supera l’import”
Le esportazioni agroalimentari italiane per la prima volta negli ultimi 30 anni superano le importazioni di oltre 3 miliardi di euro, una condizione ottimale per far crescere il Made in Italy e ridurre la dipendenza dall’estero da dove arriva ancora un prodotto su quattro. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat.
Se le vendite all’estero nel 2020, infatti, hanno raggiunto il valore record di 46,1 miliardi con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente, l”import è sceso a 43 miliardi. Una svolta che offre grandi opportunità per il Made in Italy che, dopo essere stato sottovalutato per decenni, ha accumulato un deficit produttivo di autoapprovvigionamento pari al 25% dei consumi a tavola, dalla carne al latte ai cereali, fatta eccezione solo per vino, frutta e carni avicole.
Con la pandemia, precisa la Coldiretti, si è aperto infatti uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa degli Stati ai beni essenziali.
A difesa della sovranità alimentare dell’Unione, sottolinea la Coldiretti, l’Italia può schierare 740 mila imprese agricole che, insieme a 70 mila industrie , 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita, generano 538 miliardi di valore lungo la filiera e garantiscono 3,6 milioni di posti di lavoro.
“Per difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero l’Italia deve considerare il settore agroalimentare come vera e propria risorsa strategica al pari di telecomunicazioni ed energia” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare l’importanza di “tagliare la burocrazia che ruba fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda e frena l’ingresso di giovani”.