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Spari in piazza a San Sebastiano al Vesuvio. Ucciso un 19enne

armi

Foto di Jay Rembert su Unsplash

Una lite tra ragazzi, nata da futili motivi. Forse scatenata da una semplice pestata ad un piede. S. R., 19 anni, ieri sera, era lì “ed ha provato a difendere un amico”, racconta tra le lacrime la sua fidanzata. E per questo, per aver fatto da paciere – le indagini sono in corso – potrebbe essere stato ucciso. A sparare è stato un ragazzino di soli 17 anni sottoposto a fermo in serata dopo serrate indagini dei carabinieri. Non solo. Poco dopo l’omicidio sui social sono state postate foto di altri ragazzi che invitavano all’uso delle armi: la Procura dei Minori si concentrerà anche su questo. Ancora una morte e violenza tra giovanissimi e questa volta per una scarpa sporca. A perdere la vita, a San Sebastiano Vesuvio, alle porte di Napoli, è stato S. R., incensurato e con il sogno di diventare un calciatore. Era infatti portiere del Micri, formazione che milita nel campionato di Eccellenza e nella quale gioca anche un altro ragazzo rimasto ferito ad un gomito. “Una notizia che ti scuote e ti travolge – scrivono dalla società sulle pagine social – come se fossimo stati catapultati in un incubo”. Col passare delle ore, i sospetti degli inquirenti si sono concentrati su un minorenne della periferia di Napoli. Il ragazzo, 17 anni, che potrebbe essere stato a bordo di una minicar vista poi allontanarsi in tutta fretta dalla zona di piazza Raffaele Capasso, è stato infatti sottoposto a fermo dopo le indagini dei carabinieri della compagnia di Torre del Greco e quelli della stazione di San Sebastiano al Vesuvio: è accusato dell’omicidio di Santo e del tentato omicidio dell’ altro 19enne, rimasto ferito. “La zona è pattugliata”, spiega il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Panico. La piazza dove è avvenuta la lite e la successiva sparatoria è un “punto di ritrovo per i giovani” spiega ancora il primo cittadino. Domani alle 18, presso il Comune di San Sebastiano al Vesuvio, è stato convocato dal prefetto un tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico. Servirà a fare il punto e a capire se la zona, tra le più frequentate dai ragazzi dell’hinterland napoletano, ha bisogno di maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine. Ma ora sono le parole della fidanzata di S. che pesano. S. ha solo 17 anni e non fa che stringere la scarpa che era di S.. “Voleva difendere un amico. Perché la scarpa calpestata non era la sua ma di un suo amico. Lui ci teneva a difenderlo e a proteggerlo – dice – S. è tante cose, deve fare la differenza; voglio che per i suoi funerali ci sia una enorme risonanza, per fare sapere chi era S., cosa ha fatto. Io lotterò, se i familiari non ci riusciranno. Lotto per lui, per il suo nome”. Poi la sua voce si fa bassa, quasi scompare quando le chiedono quale sia l’ultima immagine che si ricorda del fidanzato: “Lui a terra. Lui a terra morto”. Anche lo zio della vittima, C., sostiene che il nipote “è stato ucciso perché ha fatto da paciere”. A poche ore dall’omicidio, sui social, già sono apparse le foto del presunto assassino. Si mostra trionfale, assieme agli amici, mimando una pistola con le mani. “Contro questi baby criminali, già pronti a uccidere a sangue freddo e senza ragione, bisogna reagire con fermezza. Nessuno resti impunito”, l’appello del deputato Avs Francesco Emilio Borrelli. Solo nei giorni scorsi un ragazzino di 15 anni, E. T., è stato freddato in centro a Napoli mentre era in scooter; e giovani erano anche Giovanbattista Giogiò Cutolo, musicista 19enne ucciso in piazza Municipio nell’agosto scorso, e F. P. M., raggiunto da un proiettile esploso nella zona di Mergellina a marzo del 2023.

Fonte:ANSA

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