Cadono le bombe a Idlib, il governatorato che è una delle ultime roccaforti nelle mani degli oppositori al governo di Bashar al-Assad – principalmente da Hayat Tahrir al-Sham, un ex ramo di al-Qaida che è diventato il militante dominante gruppo in Idlib. La città, in prossimità del confine turco nella Siria nord-occidentale, è bersaglio di violenti bombardamenti, soprattutto dell'aviazione russa. In mezzo ad essi, un uomo ha messo in piedi un gioco con la propria figlia per impedirle di avere paura delle bombe. Secondo quanto riferisce l'emittente News18, infatti, il papa ha inventato una storia per la piccola Selva: le bombe fanno parte di un gioco per cui, ogni volta che una bomba cade, devono ridere. In questo modo, il padre della bambina cerca di trovare il modo perché la figlia non si spaventi della guerra che impazza sul fronte turco-siriano. Il video è divenuto subito virale, ed è stato ritwittato sui canali social:
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Conflitto senza fine
Doveva entrare in vigore il 12 gennaio scorso, ma l'accordo che avrebbe dovuto fermare gli attacchi aerei e via terra non è mai entrato in vigore. Alla fine del mese scorso, come denuncia The Guardian, il conflitto si è ulteriormente inasprito. Soltanto nella giornata del 16 gennaio sono stati uccisi 21 civili nella regione di Idlib a causa delle bombe rilasciate dall'aeronautica russo-siriana. I raid non risparmiano i luoghi di aggregazione. Stando a quanto riporta l'Osservatorio siriano per i diritti umani, a pagare il prezzo di queste violenze sono i civili, inclusi gli operatori umanitari e i bambini. Negli ultimi mesi, l'offensiva di al-Assad contro i ribelli si è fatta più stringente. Se Damasco cerca di recuperare il controllo delle vie di comunicazione, d'altro canto le forze governative sono giunte a soli 7 kmo da Maaret al-Numan, la città in mano ai ribelli.
Sempre più sfollati
Dal 2011 la popolazione di Idlib è passata da uno a tre milioni. Secondo l'agenzia di coordinamento umanitario delle Nazioni Unite (OCHA) quasi 350.000 persone sono fuggite dalle loro case da dicembre. Sono, invece, almeno 900mila gli sfollati costretti a premere a ridosso dei campi di accoglienza per gli sfollati presso i confini del nord-ovest. Come ha osservato il sottosegretario generale per gli Affari umanitari e per il soccorso di emergenza delle Nazioni Unite, Mark Lowcock, la crisi nella regione di Idlib ha ormai raggiunto “un nuovo, orribile livello”. Il responsabile delle Nazioni Unite sottolinea un'escalation di violenza dovuta all'inasprirsi del conflitto. Lowcock denuncia che nel mirino dei raid sono finite anche strutture sanitare, scolastiche, aree residenziali e commerciali: secondo la Union of Medical Care and Relief Organizations, almeno 68 strutture mediche sono state bombardate dallo scorso aprile, così come scuole e mercati affollati. persino i campi profughi non sono più un posto sicuro, anzi rischiano di divenire incubatori di epidemie date le scarse condizioni igieniche dovute al sovraffollamento. Le Nazioni Unite hanno calcolato che, negli scorsi anni, la Turchia ha accolto oltre 3,6 milioni di rifugiati siriani.