Nelle ultime due settimane almeno 150mila persone sono state costrette a fuggire a causa dell'intensificarsi delle ostilità nel nord-ovest della Siria, portando così il numero totale di sfollati dal primo dicembre a oltre mezzo milione. Una catastrofe umanitaria che colpisce in particolare donne e bambini, di fronte alla quale 8 organizzazioni umanitarie, tra cui Save the Children, lanciano un appello urgente per un cessate il fuoco immediato.
L'appello
''I bambini nel nord-ovest della Siria sono terrorizzati. Vedono bombe e proiettili ogni giorno. Le loro vite sono già state distrutte da anni di conflitto e dall'aver assistito alla distruzione delle loro case, scuole e ospedali e all'uccisione dei loro cari sotto i loro occhi. Ora, tutto ciò che stanno cercando di fare, è sfuggire alla violenza, mentre le loro vite vengono di nuovo stravolte. Le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani e fare in modo che non siano i bambini e i civili a pagare il prezzo più alto di questa guerra”, ha affermato Inger Ashing, direttore Generale di Save the Children International. ''Negli ultimi due mesi circa 300 civili sono stati uccisi a seguito dell'intensificarsi delle ostilità nel nord-ovest della Siria. Se questa violenza continua, fino a 800.000 persone che si trovano nelle zone degli scontri saranno fortemente a rischio. Anche le infrastrutture civili continuano a essere attaccate e questo è una ulteriore dimostrazione del clima di impunità. Nelle ultime due settimane, due ospedali sono stati colpiti da attacchi aerei e sarebbero diversi i pazienti e i medici rimasti feriti. Una delle nostre ambulanze è stata danneggiata e messa fuori servizio per oltre una settimana e, a causa dell'intensità dei combattimenti, abbiamo dovuto ricollocare un'intera flotta di ambulanze. L'Irc chiede urgentemente la fine della violenza e che sia individuata la responsabilità di chi ha commesso queste violazioni del diritto internazionale umanitario. Un'opportunità è fornita dalla commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sugli attacchi alle infrastrutture civili nella Siria nordoccidentale, che dovrebbe individuare i responsabili e rendere pubblici i risultati”, ha dichiarato David Miliband, Direttore Generale dell'International Rescue Committee.
Ospedali al collasso
''Nel solo 2019 ci sono stati 85 attacchi a strutture sanitarie nella Siria settentrionale. Il primo mese del 2020 è stato in linea con questa spaventosa tendenza. L'escalation dei combattimenti ha costretto centinaia di migliaia di siriani a fuggire con le loro famiglie per vivere e trovare un posto sicuro. Dopo numerosi attacchi agli ospedali di Idlib, il nostro ospedale materno-infantile è rimasto l'unica struttura sanitaria funzionante nel giro di chilometri. È stata presa d'assalto da donne e bambini in cerca di assistenza medica urgente. Purtroppo, abbiamo dovuto sospendere la fornitura di cure mediche di emergenza ed evacuare i pazienti e il personale dalla struttura, dopo che un ospedale vicino è stato colpito da numerosi attacchi aerei alcuni giorni fa. C'è un urgente bisogno di supporto per le condizioni sanitarie critiche di donne incinte, madri e neonati nel nord-ovest della Siria. Gli effetti di questo conflitto sono devastanti per la popolazione civile. Donne e bambini, in particolare, sono a rischio e hanno bisogno di protezione immediata e servizi salvavita'', ha dichiarato dal canto suo Michelle Nunn, Presidente e Direttore Generale di Care Usa.
Profughi
“Decine di migliaia di famiglie siriane si stanno riversando lungo il confine turco a causa dell'offensiva militare del governo siriano e dei suoi alleati. I campi sono sovraffollati e ospitano persone cinque volte oltre la loro capienza, i prezzi degli affitti sono saliti alle stelle nelle città del nord-ovest. La Turchia ha ospitato generosamente milioni di rifugiati dalla Siria nel corso degli anni, ma i combattimenti stanno spingendo le persone sempre più a nord, perché non hanno nessun altro posto dove andare. Chiediamo alla Turchia di permettere a queste famiglie terrorizzate di cercare sicurezza oltre confine o nelle aree che la Turchia controlla in Siria. Non ci si può aspettare, però, che la Turchia si assuma la responsabilità di accettare un numero sempre maggiore di rifugiati. Nrc invita la comunità internazionale a fornire con urgenza un ulteriore significativo sostegno”, ha affermato Jan Egeland, segretario generale della Nrc. Per evitare che questa catastrofica situazione peggiori ulteriormente, Save the Children, International Rescue Committee, Care, Nnr, World Vision International, Mercy Corps, Humanity Inclusion e People in Need chiedono che ostilità vengano cessate immediatamente e che sia garantita la protezione a milioni di civili attualmente sotto tiro. La comunità internazionale deve condannare le violenze in atto e impegnarsi a individuare i responsabili delle violazioni del diritto internazionale umanitario. Dopo nove lunghi anni di sofferenza per i civili siriani, una soluzione pacifica a questo conflitto è ora più urgente che mai, spiegano le 8 organizzazioni.