Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, non sospetta che le Regioni aggiustino i numeri per paura di essere fermate nelle riaperture. “Non vedo perché dovrebbero farlo. Si tratta di sanità e di persone che muoiono– afferma a Radio24– Credo che il calo dei morti sia reale, vedremo se è davvero zero nel secondo controllo con i numeri che provengono anche dai comuni perché nei gli ospedali non c’è stato nessun decesso. Spero sia confermato zero”. E aggiunge: “In generale i dati di oggi sono più affidabili rispetto a tre mesi fa perché il sistema è ben avviato, si può sempre fare meglio ma credo che i dati sono reali e ben controllati”. La app per monitorare i contagi sarà disponibile tra dieci giorni, per i primi di giugno: “Rientra in una riorganizzazione della medicina territoriale e della medicina preventiva, è un tracing importantissimo e quando sarà attivo darà ulteriori informazioni su tracciamento e diffusione della malattia”.
Assistenti civici
Per gli assistenti civici, precisa il vicemistro della Salute, Sileri, “ci sarà un bando, ma sarà tutto chiarito questa settimana. Si è parlato di 60 mila, forse ne servirà qualcuno di più perché dobbiamo pensare a questa nuova fase in maniera elastica: il punto di partenza sono i dati che il ministero della Salute fornisce ogni settimana, un monitoraggio attento che rientra nel rischio calcolato e dobbiamo essere pronti a prendere misure di settimana in settimana”. E “l’idea di un passaporto sanitario per Sicilia e Sardegna è ambiziosa ma impraticabile: è necessaria uniformità su tutto il territorio e al momento la vedo molto difficile. Facciamo prima a riaprire lasciandoci questo virus alle spalle rispettando le regole”.
Legge Severino
Intanto, parallelamente all’emergenza coronavirus, torna nell’agenda politica la discussione sulla possibilità di rivedere la legge Severino. “La norma sull’abuso d’ufficio non l’ho inventata io, esiste nel codice da sempre, è semmai quella da riformare e sto pensando ad una serie di formule che consentano di filtrare meglio ciò che è penalmente rilevante da ciò che non lo è”, spiega a Radio24 Paola Severino, ex ministro della Giustizia: “Ahimè la giurisprudenza ha allargato molto l’ambito di applicazione di quella fattispecie nonostante il legislatore abbia più volte cercato di contenerla. Dobbiamo rimboccarci le maniche e darne una nuova qualificazione“.