Sì del Senato al decreto Agricoltura: cosa propone

Il dl Agricoltura è passato in Senato con 99 voti favorevoli, 59 contrari e un'astensione. Ora il decreto passerà alla Camera. L'approvazione definitiva attesa entro il 14 luglio

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Foto di Dietmar Reichle su Unsplash

Il dl Agricoltura è passato in Senato con 99 voti favorevoli, 59 contrari e un’astensione. Ora la palla passa alla Camera. Le misure includono sostegni alle imprese agricole colpite da eventi idrogeologici e crisi internazionali, azioni per contrastare il consumo di terreni coltivabili, finanziamenti per il contrasto alla xylella e al granchio blu, nonché provvedimenti contro le pratiche commerciali sleali. Particolare attenzione è dedicata alla lotta contro il caporalato, con emendamenti specifici proposti dal senatore De Carlo.

Senato vota fiducia sul dl Agricoltura, 99 sì e 59 no

Il Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul decreto Agricoltura, all’esame dell’aula in prima lettura. Il provvedimento ha avuto 99 voti favorevoli, 59 contrari e un’astensione. A Palazzo Madama è il 23/o voto di fiducia dall’inizio della legislatura. Ora il decreto passerà alla Camera. L’approvazione definitiva dovrà concludersi entro il 14 luglio, per la conversione in legge.

Ancorotti: “Confermata attenzione governo al settore agricoltura”

“Questo decreto è un ulteriore segnale del governo per l’agricoltura e la pesca. In meno di due anni, infatti, questo Esecutivo ha messo a disposizione risorse più di ogni altro in passato”. Così il senatore di Fratelli d’Italia, Renato Ancorotti intervenendo in Aula sul decreto Agricoltura, su cui ha preannunciato il voto favorevole del gruppo.

Gli interventi del dl Agricoltura

“Sono molti gli interventi previsti dal decreto – prosegue Ancorotti – i sostegni alle nostre imprese colpite da fenomeni idrogeologici e crisi internazionali, le misure contro il consumo di terreni coltivabili, le risorse per il contrasto alla xylella e al granchio blu, nonché per il contrasto alle pratiche sleali. Una misura a cui tengo particolarmente – sottolinea – è quella tesa, grazie agli emendamenti all’articolo 2 del presidente di commissione senatore De Carlo, a combattere l’infame pratica del caporalato“.

L’agroalimentare italiano vale il 15% del Pil nazionale

Ancorotti dunque conclude: “Per deformazione professionale sono portato a guardare i numeri: l’agroalimentare italiano vale 620 miliardi, il 15% del Pil nazionale, l’export è arrivato a 64 miliardi di euro, una cifra mai raggiunta prima, in aumento del 6% rispetto al 2022. È un dato destinato ad aumentare se si contrasta efficacemente il fenomeno dell’Italian soundig, che muove oggi 100 miliardi di euro. È un tema fondamentale da parte del Governo per promuovere il Made in Italy e le nostre eccellenze”.

Fonte: Ansa