Ricorrendo a metodi violenti, la Polizia di Parigi ha sgomberato un accampamento di migranti dopo non più di un’ora da quando era stato allestito in Place de la République, nel centro della città. È avvenuto lunedì sera. Circa 500 tende erano state montate con l’aiuto di volontari insieme ai migranti, perlopiù di origine afghana. Secondo le stime dell’associazione umanitaria “Utopia 56” i migranti in piazza erano circa 400 ed erano stati sfrattati lo scorso 17 novembre da un altro accampamento a Saint-Denis, un comune non lontano dalla capitale.
La polizia avrebbe cercato di rimuovere le tende, senza curarsi che non ci fossero persone all’interno, – come testimoniano diversi filmati degli attivisti presenti in piazza, girati con gli smartphone e diffusi su Twitter e ripresi poi dai quotidiani – ricorrendo infine a gas lacrimogeni e granate assordanti per disperdere per le vie del centro gli stessi migranti e attivisti.
Le reazioni basite dei partiti e delle autorità
Le violente immagini dello sgombero hanno provocato reazioni basite e prese di posizione da parte di numerosi schieramenti politici francesi, Ong e sindacati. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha dichiarato di essere “scioccato” per l’accaduto, twittando: “Ho appena richiesto al capo della polizia un rapporto dettagliato su cosa sia realmente successo, entro mezzogiorno di domani. Prenderò le decisioni del caso non appena lo avrò ricevuto.”
Marlene Schiappa e Emmanuelle Wargon, ministre della Cittadinanza e dell’Edilizia abitativa, hanno diffuso martedì un comunicato in cui hanno scritto che i migranti dovrebbero essere trattati “con umanità e fraternità”. La sindaca socialista Anne Hidalgo ha scritto su Twitter: “Ho scritto al ministro degli Interni per esprimere la mia più ferma condanna dell’azione di polizia particolarmente brutale e scioccante contro i rifugiati”, mentre Olivier Faure, segretario del Partito socialista francese, ha parlato di “una caccia alla miseria con i manganelli”, e il deputato Boris Vallaud, portavoce dei socialisti, ha detto che il “governo sta venendo meno a tutti i suoi doveri, a cominciare da quello dell’umanità”.
La risposta della Prefettura di Parigi è arrivata in un comunicato stampa congiunto con la Prefettura dell’Ile-de-France: “La costituzione di tali campi, organizzata da alcune associazioni, non era accettabile,” puntualizzando che “tutte le persone bisognose di alloggio sono invitate a venire nei centri diurni dove vengono loro offerte soluzioni adatte alla loro situazione.”
Lo sfratto dei migranti del 17 novembre
Quasi 3mila migranti, in maggioranza afghani, sono stati scacciati il 17 novembre dall’accampamento a Saint-Denis. Molti sono stati smistati tra centri di accoglienza e palestre nell’Ile-de-France, però secondo alcune associazioni umanitarie tra i 500 e i 1000 migranti sono rimasti senza un alloggio, a girovagare nelle periferie di Parigi. “Sono rimasti indietro e invisibili, ma anche loro hanno bisogno di un alloggio, soprattutto in mezzo a una crisi sanitaria,” ha affermato Maël de Marcellus, coordinatore parigino dell’associazione “Utopia 56”.
240 posti nei centri di accoglienza e nelle strutture ricettive di emergenza sono stati individuati dal prefetto della regione Ile-de-France, stando al comunicato congiunto delle ministre Marlene Schiappa ed Emmanuelle Wargon. A detta di Delphine Rouilleault, l’amministratrice delegata di France Terre d’Asile: “Il ricovero dei migranti del campo di Saint-Denis rimasti in strada è urgente, essenziale, indiscutibile. È in gioco l’onore della Repubblica francese”.