Il rientro a scuola preoccupa sette genitori su 10 e timori e insicurezze aggravano la condizione delle famiglie più fragili. L’allarme arriva da Save the Children sulla base dei risultati di un’indagine condotta da Ipsos tra il 4 e il 18 agosto scorsi su un campione di 2370 persone intervistate.
L’indagine
Al momento del sondaggio – scrive Save the Children – il 66% dei genitori era a conoscenza della data di riapertura degli istituti, ma quasi 7 su 10 non avevano ricevuto alcuna comunicazione sulle modalità.
La principale fonte di stress per i genitori del post-pandemia è data dall‘incertezza circa le modalità di ripresa delle scuole a seguito delle norme anti coronavirus che preoccupano il 60% delle famiglie.
Questa preoccupazione è seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%) e quindi dalle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (37%), specialmente per i genitori di bambini di 4-6 anni (45%).
La figura dei nonni
In questo ultimo caso i nonni, per chi li ha, tornano ad essere il pilastro del welfare familiare. Verranno “usati” dal 22% dei genitori intervistati. Anche la rinuncia al lavoro o la riduzione dell’orario lavorativo sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli: una scelta che però – confermando ancora una volta il gender gap del nostro paese – ricadrebbe principalmente sulle madri (14%) più che sui padri (2%).
Sport e musica
Anche le attività extra scolastiche – quali sport, musica, lingua straniera etc. – sono a rischio, a causa delle norme di distanziamento: 7 genitori su 10 credono che il proprio figlio dovrà farne a meno per il prossimo anno.
Le preoccupazioni economiche
Anche la preoccupazione per le condizioni economiche peggiorate negli ultimi mesi, si riflette sul rientro: 1 genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, 7 genitori su 10 fra coloro che usufruiscono del servizio mensa si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid, mentre 2 genitori su 10 fra coloro che ne hanno usufruito negli anni passati per i propri figli di 4-12 anni, pensano di non poter sostenere le spese il prossimo anno.
I primi effetti di questa situazione si fanno sentire sulle scelte dei ragazzi sul proprio corso di studi: l’8% dei genitori intervistati dichiara che il proprio figlio pensava di iscriversi al liceo ma, a causa delle difficoltà economiche che sta attraversando la famiglia, ha scelto una scuola professionale.
Per il ministro Azzolina non ci sarebbe “nessun rischio per l’apertura dell’anno scolastico“.