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Scontri e cariche in tutta Italia, il martedì nero dei negozianti: “Riaprire!”

Lamorgese: "Inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza"

L’insofferenza e la disperazione dei commercianti con le serrande da mesi abbassate sono culminate nella giornata di ieri, martedì 6 aprile, in una protesta che ha coinvolto diverse città italiane, da Nord a Sud, uniti sotto un solo slogan: “Riaprire subito, per non morire di crisi”.

Scontri e feriti a Roma

Gli episodi più gravi sono avvenuti durante la manifestazione di Roma dove, davanti al Parlamento, si sono radunati partite Iva e ristoratori arrivati da tutta Italia. La rabbia di alcune decine di partecipanti si è riversata contro le forze dell’ordine: il bilancio di scontri, cariche e lanci di oggetti è di sette manifestanti fermati e almeno due poliziotti feriti.

“Non siamo qui per chiedere i ristori. Il Governo deve annullare le limitazioni, vogliamo lavorare”, hanno urlato dalla piazza davanti a Montecitorio imprenditori venuti da Milano, Bologna, Genova, Napoli e Bari. Ai margini, vestiti di nero, cappucci d’ordinanza, silenti ma vigili, c’erano – riporta Ansa – i militanti di estrema destra – tra cui quelli di Casapound – che si sono voluti unire alla protesta del movimento #IoApro. Fonti investigative e di intelligence hanno spiegato ieri sera che tra i commercianti si sarebbero infiltrati alcuni gruppi con l’obiettivo di strumentalizzare il disagio sociale.

Lamorgese: “Violenza inammissibile”

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ieri ha duramente commentato i disordini spiegando che, se “in questo momento le proteste sono alimentate dalla situazione estremamente delicata per il Paese”, è comunque “inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza”.

Milano: ambulanti bloccano il traffico davanti alla stazione

A Milano sono stati gli ambulanti a dare sfogo alla protesta bloccando il traffico davanti alla stazione, per poi spostarsi in un corteo non autorizzato fino alla Prefettura. “Siamo allo stremo, purtroppo ancora chiusi – hanno detto – E’ giusto che riaprano le scuole, molti negozi riapriranno o non sono mai stati chiusi: noi chi siamo? I nemici sociali?”. La stessa categoria ha manifestato anche ad Imperia, sottolineando: “in quattordici mesi di pandemia non ci sono mai stati focolai partiti dalle nostre attività e non si capisce perché non vogliano farci lavorare”.

Napoli: i mercatali bloccano la A1

Chilometri di auto in coda, sulla A1 Roma-Napoli in territorio casertano, hanno invece fatto le spese della protesta dei mercatali, fermi sull’autostrada con diverse centinaia dei loro furgoni: “è una situazione assurda, con tanti operatori sul lastrico, che si sentono abbandonati”, lamentano seduti sull’asfalto. Una contestazione che invoca la fine delle restrizioni, senza più voler dar conto alle cifre della pandemia.

Cifre non ancora del tutto positive, si legge nel bollettino del 6 aprile, con un calo del numero di nuovi contagi ma con i morti ancora in aumento.

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