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Sconfezionamento delle mascherine con Iva dal 22% al 4% per abbassare i prezzi

La proposta di Federfarma (la federazione dei titolari di farmacia) e le indicazioni operative per la ripartizione contenute nell'ordinanza del commisario straordinario per l'emergenza coronavirus

Sconfezionamento delle mascherine: le indicazioni operative per la ripartizione. Sui prezzi la  proposta di Federfarma (la federazione dei titolari di farmacia) di far scendere l’Iva dal 21% al 4%.

Il ruolo della Protezione civile

Abbassare l’aliquota Iva sulle mascherine dal 22% al 4% come misura per venire incontro alle difficoltà dei cittadini. La proposta, avanzata da alcuni parlamentari in questi giorni, è stata rilanciata anche da Federfarma, accanto a quella, già ventilata, di distribuire gratuitamente in farmacia tutti i dispositivi che dovessero pervenire dal canale della Protezione civile, riferisce Farmacista33.it.  Intanto, in merito alla possibilità di vendere le mascherine anche singolarmente, prevista dall’ordinanza di venerdì del commissario straordinario, arrivano le schede operative con le istruzioni su come procedere allo sconfezionamento in sicurezza.

Fase due

“Dopo aver chiesto alle amministrazioni indicazioni sulla percentuale da applicare al costo di acquisto e di vendita delle mascherine, avanziamo una nuova proposta per calmierare i prezzi: abbassare l’aliquota Iva sulle mascherine dal 22% al 4%- spiega Federfarma-  Tale proposta (che si unisce a quella di distribuire gratuitamente in farmacia tutti i dispositivi che dovessero pervenire dal canale della Protezione civile) parte dalla considerazione che la necessità di mascherine continuerà a caratterizzare anche le fasi successive all’emergenza in atto. D’altra parte, è ragionevole ritenere che tale materiale possa assumere la veste di vera e propria misura di profilassi al pari dei dispositivi medici che hanno un’aliquota al 4%”. Si tratta per altro di una proposta che “non sembra poter incidere particolarmente sulle previsioni di gettito, visto che, prima dell’emergenza sanitaria in atto, la vendita delle mascherine presentava volumi ridottissimi con connessi limitati introiti Iva“. Intanto, dalla Sifap  (l’associazione dei farmacisti preparatori), in una circolare arrivano alcune indicazioni su come procedere allo sconfezionamento delle mascherine, per venderle singolarmente o in quantità ridotte, come previsto nell’ordinanza del commissario straordinario del 9 aprile.

Cautele igieniche

Il primo aspetto da tenere in considerazione riguarda le cautele igieniche. Come si legge all’articolo 1, “è consentita la vendita al dettaglio di mascherine da parte delle farmacie ubicate nell’intero territorio nazionale, anche in assenza degli imballaggi di riferimento, con le opportune cautele igieniche e sanitarie adottate a cura del venditore”. In particolare, dice l’articolo 2, “per procedere all’apertura delle confezioni, ciascuna farmacia garantisce il rispetto delle corrette operazioni da svolgere nel proprio laboratorio e l’adozione di misure di precauzione standard da parte del proprio personale”. Tra queste: igiene delle mani mediante prodotti idroalcolici oppure lavaggio con acqua e sapone; igiene respiratoria mediante utilizzo di mascherine facciali, guanti, camice.

Check list

Sul punto, dalla Sifap, sono state diffuse due schede operative, che contengono le indicazioni da seguire per procedere all’apertura delle confezioni e alle successive attività di ripartizione e le informazioni da conservare per ogni quantitativo consegnato. In particolare, in relazione alle norme igieniche, viene proposta una check list che, oltre a riprendere le indicazioni della legge, sottolinea l’importanza della preparazione del laboratorio o dell’area destinata all’operazione. In particolare occorre verificare la pulizia dei locali e scegliere, precisa Farmacista33.it , il confezionamento idoneo. Ciascuna farmacia deve poi provvedere alla conservazione delle informazioni circa la confezione integra (denominazione, nome del produttore e distributore, quantità, data di arrivo e, ove disponibile, numero di lotto) e dell’allestimento (numero confezioni e numero di mascherine inserite in ciascuna di esse).Se le informazioni da consegnare al cliente possono essere rese disponibili anche mediante apposizione su un cartello esposto nei comparti del locale di vendita, per ogni quantitativo consegnato vanno preferibilmente conservate le informazioni relative alle confezioni e alle unità riallestite, nonché i dati sulla confezione originaria utilizzata, allegando anche alla scheda operativa “copia dell’etichetta di imballaggio e fattura“.

 

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