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Scampia, inizia la demolizione della Vela: “Non siamo solo Gomorra”

Questo è solo l'inizio” è la scritta che campeggia, a caratteri cubitali, su un lenzuolo abbarbicato fra i piani della Vela Verde di Scampia, la prima di quattro simboli del degrado e dell'illegalità di una Napoli che vuole smarcarsi il triste appellativo di “Gomorra”. Oggi alle 11:17 le ruspe hanno dato inizio al programma Re-Start Scampia voluto dal Comune di Napoli, che sotto la guida del sindaco Luigi de Magistris, intende riqualificare un'area che è anche fatta da gente onesta e desiderosa di ripartire. L'idea – a detta del primo cittadino – è proprio quella di erigere una periferia a misura di cittadini.

Monumento razionalista

Dal loro concepimento, Le Vele non dovevao essere associate alla malavita. Il progetto dell'architetto razionalista Francesco Di Salvo, infatti, prevedeva degli spiazzi verdi fra un'unità abitativa e un'altra, nel pieno spirito di Le Corbusier. Ma così non è stato: “Da un certo punto di vista abbattere le Vele è sbagliato perché sono architetture di pregio, ma è criminale pretendere che le persone vivano in condizioni a loro estranee” è il commento ad Avvenire di Stefano Biraghi, docente di Storia dell'architettura al Politecnico di Milano. La demolizione delle Vele, invece, è il segno di un'architettura slegata dall'inclusione sociale. E così, spazi adibiti ad attività commerciali mai avviate, sono diventati luoghi e spazi adatti al proliferare di una microcriminalità. È stato il lento e progressivo processo di trasformazione da Napoli a Gomorra, che ha fatto di Scampia un quartire sui generis, simbolo della periferia italiana sottoposta al degrado. 

Non solo criminalità

Con il progetto Re-start Scampia, Napoli vuole voltare definitivamente pagina e puntare a riqualilificare un'area già feconda. Per il progetto sono stati stanziati 27 milioni, di cui 9 direttamente dal Comune di Napoli. Le famiglie che occupavano le unità abitative e che sono state ricollocate in altri palazzi sono circa 1.400. Questa mattina in tanti sono scesi per strada a scorgere il relitto pronto alla demolizione. Fra costoro c'è chi ricordava che Scampia è fatta anche di realtà associative che da tempo si occupano di riqualificazione. A partire dalle scuole, come l'Istituto Comprensivo Virgilio IV, o tante realtà associative e di formazione, come il Centro Alberto Hurtado, gestito dai Gesuiti del quartiere. 

Lenta rinascita

È ufficialmente iniziata alle 11.17 la demolizione della prima delle ultime quattro Vele di Scampia. In una area di Napoli per anni simbolo di degrado, spaccio di droga, camorra ma anche lotta dei cittadini per ottenere il riconoscimento dei loro diritti, parte così il progetto Re-Start Scampia che prevede, nella prima fase, l'abbattimento delle Vele A, C, D e la rigenerazione della Vela B. L'obiettivo è quello di trasformare la 'Scampia di Gomorra' in una periferia a misura dei cittadini. “Scampia batte Gomorra tre a zero” ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, durante la demolizione della Vela Verde. Oggi per l'Italia Scampia rinasce, ma questo processo, silenzioso eppure forte, è partito da tempo, non solo dal '97, quando l'inizio della demolizione dei sette complessi ebbe inizio. E questo i residenti di Scampia lo sanno bene.

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