La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita nel 1981 ed oggi, a quarant’anni di distanza, secondo i dati diffusi da Save the Children in un apposito report, oltre 400 milioni di bambine e bambini nel mondo vivono ancora in aree dove vi sono conflitti armati, spesso dopo aver perso tutto, essere stati sfollati e aver visto uccidere i propri genitori, familiari e amici.
In particolare, secondo lo studio in esame, molti di questi bambini non hanno mai conosciuto la pace, sono spesso denutriti e costretti a lavorare in età infantile o subire matrimoni precoci tanto che – in un caso su sei – sono esposti al rischio reale di violenze sessuali.
I conflitti in atto nell’ultimo anno e la situazione dei bambini
Solo nell’ultimo anno, a causa delle gravi conseguenze dei conflitti in atto, il numero dei bambini in pericolo e costretto a fuggire è in aumento, a titolo esemplificativo Save the Children cita la situazione del nord ovest della Siria dove un bambino su cinque, a causa delle violenze subite, ha messo in atto comportamenti autolesionistici. Nella Striscia di Gaza invece, com’era già accaduto in occasione dei conflitti del 2014 e del 2018, molti bambini – in special modo nelle ore notturne -soffrono di stress e angoscia che sono causa di incubi, tremori ed enuresi notturna. In Mozambico, nella località di Cabo Delgado, le violenze perpetrate nell’ultimo anno, hanno costretto 364 mila bambini a fuggire dal paese, a ciò hanno fatto seguito gravi segni di angoscia e stress mentali. Successivamente, tra i bambini di etnia Rohingya rifugiati in Bangladesh, è stata riscontrata – in un caso su tre – una recrudescenza dei casi di autolesionismo.
Una petizione per aiutare i bambini afghani
infine, una delle ripercussioni più nefaste che si protraggono a causa delle guerre durate molti anni – come ad esempio quello in Afghanistan – è la fame. Per questo motivo Save the Children ha lanciato una petizione con l’obiettivo chiedere al Presidente del Consiglio Mario Draghi di farsi portavoce presso il G20 delle istanze emerse al fine di incrementare gli aiuti umanitari e assicurare che gli stessi raggiungano i bambini all’interno del territorio nazionale e per sostenere i bambini e le famiglie in fuga dall’Emirato creando corridoi sicuri e legali con l’obiettivo di raggiungere paesi esteri in cui gli stessi possano accedere alla protezione internazionale e a specifici percorsi di inclusione