Santa Sofia, oggi è il giorno più buio

Logo Interris - Pallavicini, l’Imam di Milano concorde con il Papa. Santa Sofia: né museo, né moschea

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Santa Sofia, la prima preghiera del venerdì nel giorno della grandeur del “sultano”. Oggi sono attesi 1500 fedeli. A Istanbul si è provveduto a blindare l’intera area. Verranno schierati fino 17 mila agenti delle forze di sicurezza. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha mancato di compiere il sopralluogo ad uso delle telecamere: l’ appuntamento è per oggi, per la prima solenne preghiera comune del venerdì. Da quando Santa Sofia (ufficialmente nota come Santa Moschea della Grande Hagia Sophia) il 10 luglio 2020, con un decreto presidenziale, è stata nuovamente aperta al culto islamico. Dopo 85 anni di vita come museo, oltreché come monumento più visitato e ammirato di Istanbul. Scatenando polemiche in tutto il mondo e provocando il “profondo dolore” di Papa Francesco.

Aree dedicate dentro Santa Sofia

Non solo il capo di Stato e i fedeli stipati nella moschea, non solo le strade tutt’intorno verranno chiuse al traffico, ma intorno al perimetro di Santa Sofia sono riservate vaste aree dedicate ai credenti in preghiera. Tanto che le autorità non hanno mancato di raccomandare l’utilizzo delle mascherine e di mantenere la distanza minima. Per l’occasione sono stati assegnati alla “nuova” Santa Sofia tre imam e cinque muezzin. Tra gli imam anche Mehmet Boynukalin, professore di diritto islamico presso l’università Marmara di Istanbul. L’annuncio è stato dato dal capo del direttorato per gli Affari religiosi in Turchia, il mufti Ali Erbas.

Libro d’oro

Il 30 novembre 2014, evidenzia l’Agi, Papa Francesco aveva scritto sul libro d’oro delle visite di Santa Sofia, che “ogni sapienza viene dal Signore”. Aveva scelto di lasciare traccia in greco, nei documenti ufficiali di Hagia Sophia: nella lingua degli antichi costruttori della basilica, a significare la particolare affezione delle chiese per quel monumento, laico fino ad oggi, che segna l’unione tra Oriente e Occidente.
Paola Anderlucci: