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Sanremo 2020, trionfo per Diodato

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Podio giusto, il neo dello scontro totale Bugo-Morgan e uno show lunghissimo ma che ha retto, eccome se ha retto al peso delle aspettative per l'edizione numero 70 del Festival di Sanremo. Amadeus porta a casa un gran risultato nella serata che incorona Diodato vincitore (con merito assoluto) della kermesse 2020, quella delle scalette infinite e dei grandi showman, con Fiorello e Tiziano Ferro che aiutano bene il timoniere, arrivando a un piccolo, involontario screzio ma che a ben vedere ci sta nell'ambito di un evento così. Onore a chi ha vinto, venuto fuori da un trio finale che, per motivi diversi, ha meritato di esserci: melodia, sound, testo e voce pazzesca per Diodato, una delle più belle rivelazioni del panorama musicale italiano negli ultimi anni; ritmo cadenzato, ossimori e solito testo orecchiabile e coinvolgente per uno come Francesco Gabbani, che una sorpresa non la è più da un pezzo; esibizione divertente, testo da non sottovalutare e una frase come “In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr” che avrebbe potuto vincere da sola per I Pinguini Tattici Nucleari (terzi), per i quali alla vigilia ci si chiedeva se sarebbero riusciti a ripetere l'exploit dello Stato Sociale. Risultato ampiamente (e meritatamente) raggiunto.

La serata

Finisce come era iniziato Sanremo, con Fiorello che tiene banco scherzando con Amadeus e giocando con un microfono attivato a loop, dedicandosi a uno show decisamente più congruo alle sue corde rispetto al discutibile esordio vestito da don Matteo, utile a stemperare la tensione per i tre nel backstage in attesa di conoscere il nome del vincitore. Che esce alla fine di una serata più essenziale delle precedenti, con una scaletta condensata, Biagio Antonacci superospite e Amadeus che indossa la parrucca bionda da Maria De Filippi onorando la scommessa fatta con l'amico Fiorello sere prima. Tiziano Ferro conclude la sua presenza all'Ariston con un monologo che precede un medley dei suoi successi: “A 40 anni, per la prima volta ho sognato Dio. Aveva il viso di un adolescente e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo. A 40 anni, ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male… Dove l’arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma.. Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980. Non sono sbagliato. Nessuno lo è”. Sul palco, accanto ad Amadeus, tornano Diletta Leotta, Sabrina Salerno e Francesca Sofia Novello, Achille Lauro conclude il suo carnet di esibizioni sopra le righe vestendosi da Elisabetta I e baciando il suo chitarrista Boss Doms. C'è spazio per la riproposizione di Boys Boys Boys ma è solo a notte inoltrata che si apre il palco per l'emozionante danza di Ivan Cottini, ballerino affetto da Sla, sulle note di Elisa: “La diversità è un valore aggiunto”, dice. E a ritmo di danza si conclude, di ballo lento per l'esattezza: “Guarda che stiamo facendo in diretta sul palco di Sanremo”, dice Fiorello. Fortuna che l'onda nostalgica arriva verso le due di notte, così come l'esibizione del tenore Vittorio Grigolo. Alla fine è standing ovation per il bravissimo Diodato ma anche per entrambi i leader, in apertura per Amadeus, in chiusura per Fiorello: “E' la mia prima a Sanremo”, dice lo showman. D'altronde sul perno della loro amicizia ha girato tutto il Festival. E il pubblico lo ha notato.

Damiano Mattana: