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Salute mentale, Cirone: “Ecco i segnali da riconoscere per il benessere dei nostri figli”

InTerris.it ha chiesto alla dott.ssa Susanna Cirone, Psicologa e psicoterapeuta, come riconoscere i primi segnali di disagio mentale in bambini e ragazzi

Il rapporto UNICEF dedicato al tema della salute mentale e del benessere psicosociale dei bambini e degli adolescenti evidenzia come nel mondo 1 adolescente su 7 fra i 10 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale. E che, sempre a livello globale, la maggior parte delle 800.000 persone che muoiono per suicidio ogni anno sono giovani: il suicidio è la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, la seconda causa in Europa. Nel mondo quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno – più di uno ogni 11 minuti.

Anche in Italia si soffre di disturbi psichici, disturbi aumentati negli ultimi due anni. Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di tutte le problematiche legate alla salute mentale si sviluppano entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata, evidenzia amaramente Unicef.

L’intervista alla psicoterapeuta Susanna Cirone

Non è però facile per un genitore riconoscere i primi segnali di disturbo mentale o disagio psicologico nei propri figli. Per tale motivo, InTerris.it ha intervistato la dottoressa Susanna Cirone, Psicologa e psicoterapeuta ufficiale del Centro di Terapia Strategica.

Sempre per In Terris, la dottoressa ha già contributo con “Figli iperprotetti: tutti gli errori dei genitori del nuovo millennio” ,”Anoressia: dove individuare la vera radice del problema” e, nel recente passato, descrivendo le  “trappole della mente”, quella grave patologia neuropsichiatrica denominata Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).

La dottoressa Susanna Cirone

Dottoressa Cirone, gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno peggiorato la situazione dei nostri bambini e ragazzi?

“Sì. Il malessere mentale dei giovani è certamente aumentato in questi ultimi due anni. Il dato che conferma quest’aspetto è, ad esempio, la richiesta del Bonus Psicologo. Una recente indagine ha evidenziato la grandissima richiesta del bonus da parte di ragazzi al di sotto dei 20 anni. Questo conferma empiricamente l’esistenza di un diffuso malessere nei giovani”.

Quali sono le cause di tale malessere?

“Questo malessere è lo specchio della nostra società. Riguarda non solo i bambini e i ragazzi, ma tutta l’umanità perché viviamo in un momento storico di grande incertezza globale. Prima la pandemia di Covid-19; poi la guerra in Ucraina; ora la crisi economica…ci sono tutta una serie di elementi che caratterizzano uno scenario di forte instabilità, anche emotiva”.

Quali conseguenza sul piano psicologico e della salute mentale?

“Alla crisi non tutti reagiscono alla stessa maniera. Come avvenuto con la restrizione legata alla pandemia, le persone di per sé già equilibrate (compresi i bambini e gli adolescenti) sono riuscite a gestire meglio lo stress. Anzi, a volte anche in maniera positiva e fattuale, riuscendo concretamente a trarne dei vantaggi, come lo scoprire cose che prima non avevano notato. Chi invece presentava già delle sue fragilità, questo periodo di incertezza, a partire dalla pandemia fino ad oggi, ha prodotto degli effetti patogeni. Questo perché ha amplificato ed aperto una piaga che probabilmente già c’era”.

Quali sono le problematiche maggiori che riscontra nei ragazzi di oggi?

“Tra le problematiche maggiori che si possono ravvisare negli adolescenti c’è un aumento di atti autolesivi o suicidari, dei disordini alimentari, di patologie da dipendenza (che può essere da droghe, da mondo virtuale, da alcool…) così come un aumento degli atti ossessivo-compulsivi. Sono queste attualmente le difficoltà maggiori che si ravvisano negli adolescenti. E non sono da sottovalutare”.

Come fa un genitore ad accorgersi che il proprio figlio potrebbe avere dei problemi?

“Normalmente, i genitori fanno molta difficoltà ad accettare che il proprio figlio possa avere un problema più o meno grave. Ciò nonostante, è importante notare se c’è una esasperazione di alcuni comportamenti del bambino o del ragazzo rispetto al periodo pre pandemico. Questa esasperazione può prendere due direzioni distinte e contrarie: o quella del ritiro sociale o, al contrario, quella della trasgressività accompagnata da un minor rispetto delle regole.
In definitiva, notare dei comportamenti che in qualche modo si distaccano da quello che era il comportamento solito abituale del ragazzo può essere un segnale da non trascurare. E’ dunque di primaria importanza che il genitore osservi con cura i figli, senza però essere troppo invadente. Perché questo porterebbe il ragazzo a creare dei meccanismi di reazione che gli farebbero esasperare ulteriormente quel suo atteggiamento.
Osservare – dunque – ma senza intervenire, notando se ci sono dei comportamenti atipici che vadano o nella direzione del ‘ritiro’ oppure della ‘trasgressività’. In questi casi, è prudente contattare uno specialista”.

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