Continua l’ondata di migranti che percorrono la cosiddetta rotta balcanica per raggiungere l’Italia attraverso i confini della provincia di Trieste. La polizia di frontiera ne ha rintracciato una settantina. In pandemia il flusso non si è mai interrotto: da Bihac, in Bosnia, attraversano il confine con la Croazia per poi arrivare in Slovenia e in Italia In gruppi diversi hanno raggiunto le località carsiche tra il Bivio ad “H” e la zona di Cattinara: tutti maschi e di nazionalità pakistana e afghana. Ora da parte della polizia alla caserma di Fernetti-Trieste sono in corso le procedure di identificazione e fotosegnalazione. Negli ultimi 10 giorni sono stati rintracciati a Trieste non meno di 250 migranti. Per fronteggiare questi nuovi massicci arrivi il Sindacato autonomo di polizia (Sap) chiede, con il suo segretario Lorenzo Tamaro, più personale che “attualmente è sotto organico di venti unità” rispetto ai numeri previsti e “fortemente inadeguato alla situazione attuale”. Sulla situazione il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha avuto un colloquio con il ministro dell’Interno Luciana Lamoregese.
Dignità umana
“Siamo a conoscenza” della relazione di Amnesty international, “siamo molto preoccupati per le accuse dei trattamenti disumani e degradanti di profughi e migranti alla frontiera tra la Croazia e la Bosnia. L’Unione europea prevede che le guardie di frontiera “rispettino in pieno la dignità umana. Violenza e trattamenti degradanti non hanno posto nell’Ue- spiega un portavoce della Commissione europea– Siamo in stretto contatto con le autorità croate, che si sono impegnate ad indagare sui maltrattamenti alle frontiere esterne, a monitorare la situazione ed aggiornare la Commissione sugli sviluppi. Osserviamo da vicino la situazione e intendiamo condurre una missione di monitoraggio, per garantire che le attività delle guardie di frontiera rispettino pienamente i diritti umani. Ci aspettiamo un’indagine accurata sulle accuse e che siano adottate le misure necessarie“.