Maxi confisca di beni da 300 milioni di euro alla mafia capitolina. I Carabinieri e i Finanzieri dei Comandi Provinciali di Roma hanno eseguito un decreto di confisca di beni, emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Gaetano Vitagliano, Andrea Scanzani e di una terza persona, in qualità di erede.
Babylonia
Il provvedimento trae origine dall’indagine “Babylonia“, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e conclusa nel giugno 2017 con l’ordinanza di custodia cautelare a carico di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, fraudolento trasferimento di beni e valori. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Roma su richiesta della locale Dda, era scattata, oltre che a Roma, anche nelle province di Napoli, Milano e Pescara.
Il maxi-blitz era nato da un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma su due sodalizi criminali “in vertiginosa crescita” sul territorio capitolino, con base a Roma e Monterotondo. Il gruppo possedeva bar, ristoranti, pizzerie, immobili vari e sale slot – tutte sequestrate già nel 2017 – per un valore di 280 milioni di euro.
I beni confiscati
“Tra i beni oggetto di confisca – si legge in una nota – figurano 52 società, 20 imprese individuali, 1 quota societaria, 34 immobili, 6 autoveicoli, 19 rapporti finanziari e numerosi beni mobili quali orologi e preziosi, per un valore complessivo stimato in circa 300 milioni di euro.
Sono ricompresi nella misura ablatoria gli storici bar “Mizzica!” di via di Catanzaro e di Piazza Acilia, acquisiti dal gruppo Vitagliano, il locale “Macao” di via del Gazometro frequentato dai VIP della movida romana e la nota catena di bar “Babylon cafe”, dai quali ha preso il nome l’indagine avvita nel 2017.
Per Vitagliano e Scanzani è anche stata disposta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per anni tre nel comune di residenza.