Il 21 aprile Roma compie 2777 anni. Essendo stata fondata da Romolo nel lontanissimo 753 a.C. potremmo dire che non sono passati secoli, ma addirittura millenni. Della nostra amata città si è sempre parlato e ancor di più scritto. Su di essa ci sono stati dibattiti e discussioni sia attraverso gli organi di stampa che tra i vari canali televisivi. E, ultimamente, anche sui social più frequentati, appaiono immagini che la raccontano e la descrivono. Nessuna città come Roma, ha ricevuto nel corso dei secoli, e ancora nei giorni nostri, sia commenti favorevoli, che pareri e osservazioni che ne hanno criticato il cammino e anche la sua storia, sia antica, moderna e contemporanea.
Roma, città unica
Ma comunque di Roma s’è sempre parlato e se ne parla ancora oggi e siamo sicuri che se ne parlerà sempre. Roma è sicuramente una città unica nel suo genere, perché conserva tante testimonianze del passato: un passato che la storia ha raccontato anche attraverso le innumerevoli opere e tesori d’arte, oltre alle tante figure di santi e martiri che hanno lasciato tracce del loro passaggio nella città Eterna. Risulta chiaro il valore intrinseco dell’Urbe. Un valore indubbiamente del tutto unico, com’è la storia stessa vissuta da questa città, visitata in ogni periodo dell’anno da milioni di turisti.
Un pensiero filosofico
Questa verità è ampiamente sintetizzata dal pensiero del filosofo Giovanni Bovio (1837-1903): “… Come vi sono intelletti universali che danno nome ad un secolo, vi può essere una città universale che dà legge al mondo. La storia ne indica una sola: Roma. Pagana o cristiana, col Pantheon o con S. Pietro, di Cesare o di Gregorio VII, Roma è cattolica sempre, e cioè sempre universale. La si potrà, come Annibale, odiarla; come Giugurta sprezzarla; come Genserico, correrla: Roma dominerà. Londra può essere popolosa di quattro milioni; Parigi può imporre la sua lingua a tutte le corti e a tutti i congressi; Roma può restare deserta e muta: la città universale è Roma”.
La tradizione del Natale di Roma
Secondo la tradizione e la storia il 21 aprile, rispondente all’undicesimo giorno avanti le calende di maggio, era un giorno sacro a Pale, la dea delle mèssi, e in suo onore si celebravano le feste “Palilia”; e Romolo gettò in quello stesso giorno le fondamenta della città, tracciandone il perimetro con rito etrusco e guidando un aratro. Con l’aratro, tirato da una vacca a sinistra (parte interna della futura città) e da un toro a destra (lato esterno di essa) ne tracciò i limiti. La presenza di una vacca all’interno e del toro all’esterno, stava a significare che il cittadino deve essere tranquillo e buono all’interno, quanto indomito e forte all’esterno della città, contro i nemici. E Roma fu.
Le tracce antiche
All’epoca di Giulio Cesare, la data del Natale di Roma è riportata anche dallo scrittore latino Marco Terenzio Varrone (116 a.C – 27 a.C.). L’astrologo Lucio Taruzio Firmano, seguendo una serie di calcoli, basati sulla durata in carica dei consoli e re, secondo rilevazioni astrologiche, stabilì che proprio quell’anno e proprio quel giorno Romolo avesse tracciato il perimetro della città, iniziandone la costruzione sul colle Palatino. Tra i tanti storici e scrittori del passato, Tito Livio (59 a.C – 17 d.C.) ha narrato la nascita di Roma, in una lunga ricostruzione composta da 142 libri intitolati “ Ab Urbe condita” , si iniziava dalle origini mitiche, con la fuga di Enea dalla città di Troia, cui faceva seguito la popolare leggenda di Romolo e Remo.
Città della fede
Ma se Roma è stata definita Città Eterna, dobbiamo aggiungere anche Città della Fede cattolica. “Roma Caput Mundi“, in continuità con il mondo cristiano diventerà “Roma caput fidei”. Per tutti valga la testimonianza delle due colonne della Chiesa: San Pietro e S. Paolo, che hanno lasciato a Roma, le tracce della loro presenza, subendo addirittura il martirio e la morte, in luoghi diversi della città stessa. Il Natale di Roma, nel giorno della sua festa è un’occasione per rivivere attraverso celebrazioni e manifestazioni, ed eventi di vario genere, la storia e le tradizioni di questa città, unica al mondo.
Una poesia per Roma
Al Natale di Roma, il grande e popolare attore e poeta romanesco Aldo Fabrizi (1905-1990), dedicò una poesia dal titolo “Ventuno Aprile”:
“Sole, che quanno spunti la matina, / er primo razzo lo rigali a Roma, / je butti un fascio d’oro su la chioma / e l’incoroni come ‘na regina, / ah, lo sai puro tu che cià er diproma / de tutte le bellezze! Ch’è divina ! / Che avanti a lei ‘gni popolo s’inchina / e se nomina sempre, in ogni idioma! / Sole, brilla deppiù! La luce tua / sparpajela sortanto a Roma mia, / in de’ sto giorno ch’è la festa sua. / Si poi nun te curassi, senti a me: / vatte a ripone puro tu in dò se sia, / ché intanto Roma brilla più de te!”.